“Funky Maestro”, l’eredità di Pino D’Angiò

da | Set 16, 2024 | Recensioni album

"Funky Maestro" è l'EP postumo di Pino D'Angiò, con cui il pioniere dell'italo disco continua a far ballare i suoi fans. Racchiudendo la personalità poliedrica dell'artista, questo EP postumo regala all'ascoltatore l'arguzia, la spensieratezza e gli insegnamenti di un uomo che ha fatto la storia della musica italiana.

Sono passati due mesi dal 6 luglio, giorno in cui il panorama musicale italiano ha perso improvvisamente uno dei suoi pilastri -o meglio, un muro portante-: Pino D’Angiò. Il 13 settembre è uscito Funky Maestro, l’EP postumo che rappresenta l’eredità lasciata da Pino a tutti i suoi fan. Un’eredità ambivalente, che nasconde dietro al ritmo coinvolgente e i testi canzonatori, il lato più intimo di Pino D’Angiò. Un EP che racchiude la personalità poliedrica del re del funky italiano, che ha fatto da apripista (letteralmente) all’italo disco.

Funky Maestro è l’ultimo progetto di Pino D’Angiò, pubblicato postumo a cura del figlio Francesco Chierchia e contenente tre tracce inedite. Nulla di quanto lasciato da Pino è stato modificato: lo conferma la traccia “Volando nell’anima”, in versione sperimentale. Ancora una volta, Pino D’Angiò è riuscito a far ballare tutti, al di là delle barriere generazionali. La scrittura dei brani è stata curata insieme a Kashmere, giovane artista famoso per la sua creatività, che già aveva lavorato con lui in “Sali sul treno” e a cui Pino si riferiva come “il suo erede”.

Funky Maestro contiene tutte le mille sfumature di Pino D’Angiò

Il testamento di un uomo brillante e sagace…

Architrave del progetto è “Non diventare come loro”, che si potrebbe definire il testamento di Pino D’Angiò. Un’eredità immortale, che messa in musica continuerà a essere tramandata negli anni e nelle generazioni. D’altronde è sempre stato un superpotere di Pino, l’essere un’icona intergenerazionale!

E ti diranno che questo non si può [no, no, no!] e ti diranno che questo non si fa [ah, ah, ah!]. “Non sei capace”, “non hai esperienza”, che non capisci, ci vuol pazienza…

Ragazzo mio, guarda che mondo ti han lasciato! Ragazza mia, tutta immondizia, tutto sbagliato!

Non diventare come loro.

Un funkettone dal ritmo coinvolgente a cui Pino D’Angiò ha deciso di affidare la sua visione del mondo e il suo personalissimo modo di affrontarlo: con un sorriso “tagliente come un’ascia” (e viceversa). Pino, che è un po’ padre, un po’ amico, per alcuni potrebbe essere addirittura un nonno, ci ricorda di difendere con le unghie e con i denti quei valori che il mondo di oggi sembra aver perso. Pino D’Angiò sprona ancora a non lasciarsi demotivare, a proteggere i propri progetti nonostante la sfiducia della gente. “Non diventare come loro” è a tratti un bonario rimprovero, a tratti una raccomandazione: non omologarti.

Ragazzo mio, tu sei il futuro, sei il domani. Ragazza mia, tutto sarà nelle tue mani.

Non diventare come loro.

Che sia una critica alla generazione dei boomer? Che sia una dimostrazione di fiducia ai Millennials e alla GenZ? A ognuno la sua interpretazione.

…leggerezza e ironia tagliente che lo hanno sempre contraddistinto…

Segue “C’è un’app”, in pieno stile “dangioniano“: un pezzo ironico, goliardico, a tratti erotico ma mai volgare.

S-sei proprio b-b-bella, quasi mi metti in s-soggezione. Ci proverei c-con t-te ma adesso c’è una soluzione… [qual è la soluzione? qual è? qual è?! qual è?]

C’è un’app!

Un ragazzo, visibilmente a disagio dall’approccio e privato della protezione dello schermo di un telefono, balbetta qualche sgangherato complimento a una ragazza. A partire da questo scherzoso teatrino, Pino ironizza sulle dinamiche relazionali moderne: “c’è un’app”, sembra la risposta a qualsiasi problema odierno, perfino a quelli che presupporrebbero dei contatti oltre il virtuale. Ma è davvero così?

Mi fai impazzire, impazzire, desiderando te. Il dottore l’ho chiamato, ma una cura no, non c’è! Mi fai morire, morire, nessuna come te. Il dottore poi ti ha vista e ora la pensa come me.

Non sarebbe più apprezzato se qualcuno esordisse con queste parole? Decisamente.

E ancora “Paperina qua qua”, pubblicata lo scorso 31 maggio, l’unico pezzo non inedito dell’EP. Pino D’Angiò e Kashmere non si limitano a far ballare l’ascoltatore: vogliono anche che si diverta. Il testo è divertente, sì, ma di quella simpatia arguta, pungente. Un’ironia sottile e dissacrante che calza alla perfezione il frizzante ritmo funky.

Ti ho detto “guarda che stelle e m’hai risposto “che palle” vabbè, sei timida… anima morbida… […]

Ti ho detto “senti, ti amo” e tu “eh sì, mi amo anch’io” vabbè sei pratica… cuore di plastica…

…e la sua versatilità: un talento camaleontico.

Infine, “Volando nell’anima”, insieme a Bobby Soul, una ballad pubblicata in versione demo. Nonostante il genere così lontano da quello a cui Pino ha abituato i suoi fans, questa ballad è commovente. Sarà la voce roca e vissuta, non modificata in post-produzione, sarà il testo evocativo o il pensiero di avere fra le mani un progetto prezioso… Tutto contribuisce a creare un’ombra di malinconia, un sordo senso di incompletezza e mancanza. Come se, a partire da questo momento, niente potrà mai essere come prima.

Funky Maestro è, senza giri di parole, una piccola gemma preziosa. Non solo perché costituisce il lascito di Pino D’Angiò, ma perché racchiude in sé tutte le mille forme di un uomo poliedrico e sorprendente. Tutta la cultura, l’arguzia e la genialità di un’icona degli anni ’80 che è rimasta tale a distanza di 40 anni. Si percepiscono vivide -quasi si toccano con mano- la passione per la musica e la gioia di vivere, che non hanno abbandonato Pino neanche nei momenti più difficili. Pino D’Angiò è un talento immortale e Funky Maestro è l’ultimo progetto di un uomo che ha segnato la storia della musica italiana.

Grazie Maestro, con la speranza che la sua musica continui a far ballare le generazioni a venire. Certi viaggi non hanno fine.

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