Sarà sicuramente vero che l’amore non esiste e che è solo l’effetto prorompente di dottrine moraliste sulle voglie della gente. Sarà ancora più vero che l’amore è il più comodo rimedio alla paura di non essere capaci a rimanere soli.
Quello che è successo ieri sera al Circo Massimo di Roma, però, lascia ben sperare: forse l’amore esiste davvero.
Fabi, Silvestri e Gazzè emergono dall’ombra, accolti da un’ovazione che sembra un abbraccio collettivo. Cantano con una passione viscerale e il pubblico, in un silenzio rispettoso, assorbe ogni singola parola. È come se ci si fosse trovati tutti in una conversazione intima con gli artisti, un dialogo fatto di emozioni condivise e pensieri profondi.
Una serata che a tutti gli effetti è stata in grado di trasformare l’ordinario in straordinario, perché nelle oltre due ore di concerto, di cose ne sono successe davvero tante: dall’omaggio a Erriquez della Bandabardò, ai cartelli che spuntano in prima fila con la scritta Stop War, una bandiera della Palestina che sventola lenta nell’aria afosa di Roma. E ancora l’ospitata di Rancore su “Argento Vivo”.
La magia di Fabi, Silvestri e Gazzè a Roma
Con un sorriso timido, Fabi prende la chitarra e inizia a suonare le prime note di Costruire, e succede la magia: due ragazzi si baciano, una mamma abbraccia da dietro sua figlia, due uomini un po’ si vergognano a guardarsi negli occhi. Ma in fondo si sa, costruire è poter rinunciare alla perfezione.
Poco prima, con tono sommesso e quasi commosso indicando il pubblico, Fabi, Silvestri e Gazzè ringraziano le oltre 50.000 persone presenti al Circo Massimo che per loro rappresentano casa. E un pensiero, non retorico ma reale e vivifico va a tutti quei popoli, a tutte quelle persone che una casa, ancora oggi, non ce l’hanno.
Insomma, il live di Roma è stato anche un bagno di realtà e confronto con le proprie responsabilità, quelle di Esseri umani e quelle da essere umani.
La potenza comunicativa di Fabi, Silvestri e Gazzè si rivela un sinfonico intreccio di voci e armonie, un’opera che trascende i confini del semplice intrattenimento per elevarsi a pura poesia musicale.
A rendere tutto ancora più magico è il rispettoso silenzio tra una canzone e l’altra come a non voler spezzare l’incanto.
L’incanto di un amore, che forse chissà, esiste davvero.