Dopo tre anni dall’ultimo album e dopo aver condotto per nove ore il concerto del Primo Maggio, Ermal Meta è pronto per una nuova avventura. Lo scorso 3 maggio infatti, è tornato con un nuovo album di inediti, intitolato “Buona Fortuna”per Columbia Records e Sony Music.
Un nuovo inizio ricco di cambiamenti, dalla casa discografica al management, per arrivare a quello più importante che avverrà il prossimo mese, ovvero la nascita della sua prima figlia Fortuna, a cui è dedicato l’album.
Ognuno ha la sua fortuna, la rincorre instancabilmente. La vera fortuna però ti raggiunge quando meno te lo aspetti cambiandoti occhi e cuore. Buona Fortuna è una fotografia di quanto a volte ci affanniamo per afferrare il nostro destino non rendendoci conto che il più delle volte lo abbiamo già dentro. Quando mia figlia sarà abbastanza grande da poter capire la musica, se vorrà sapere come vedevo il mondo aspettandola, potrà ascoltare queste canzoni e conoscermi un po’ di più. Questo è un disco di memorie che cambieranno rimanendo scolpite dentro di me.”
“Buona Fortuna” percorre le varie sfaccettature della vita e dell’amore, esplorando il concetto di fortuna e destino. Ermal Meta, con la sua profonda sensibilità artistica, ci porta attraverso dodici tracce cariche di emozioni e significati, facendoci anche pensare che sarebbe stato un ottimo professore di filosofia.
La prima, “La strada la decido io” riflette sull’importanza di essere padroni del proprio destino e di non lasciarsi influenzare dalle idee altrui. Sottolinea la sua fede nella fortuna, non nelle previsioni del futuro o negli oroscopi. “Dance with you” ci porta un po’ nel passato di Ermal, ricordando i momenti di gioia e spensieratezza della giovinezza. Il ballo diventa un rifugio dalle ansie e dalle incertezze, un momento di pura felicità. Segue “L’unico pericolo” che esplora il tema della devozione e della fiducia nelle relazioni, sottolineando il pericolo che può derivare dall’essere così profondamente legati a qualcuno.
“Mediterraneo” è un omaggio alla ricchezza culturale e umana del Mediterraneo, un luogo che rappresenta un viaggio circolare dove le anime si incontrano e si intrecciano. Nascere in un luogo felice è semplicemente una questione di fortuna. Questa idea è stata trasformata in una metafora universale nel videoclip, considerando il Mediterraneo come uno spazio condiviso da vite che si incrociano solo nel loro legame con quel territorio, lasciando una traccia del loro passaggio. La casa nel video diventa una metafora di questo spazio mediterraneo, simboleggiando luoghi identici vissuti in tempi e modi diversi.
“Ironica” ci ricorda l’inesorabile flusso della vita, con le sue gioie e le sue delusioni. Ermal ci invita ad abbracciare l’ironia della vita e a riconoscere la bellezza anche nei momenti difficili.“L’amour” esplora le complessità dell’amore e della relazione, sottolineando la bellezza e la sfida di condividere la propria vita con qualcuno. “Io e te”, il primo dei due featuring dell’album, con Levante, ci fa vedere la nostalgia nelle strade di Milano, rievocando i ricordi e le emozioni legate alla fine di una relazione.
“Buona fortuna” è un inno alla fortuna e alla speranza, un augurio sincero per un futuro luminoso e pieno di opportunità. È una riflessione, dunque, sul reale significato della parola fortuna, vista da diverse angolazioni. È soprattutto una dedica speciale a Fortuna, la figlia che Ermal e la sua compagna stanno aspettando.
“Male più non fare”, con Jake La Furia, ci invita a non giudicare gli altri e a diffondere solo amore e positività nel mondo. “Certe cose” riflette sul dolore e sulla sofferenza, trovando poi la forza interiore necessaria per superare le avversità. “Oro e sale” parla di valore e significato, sottolineando l’importanza delle relazioni umane nella nostra vita. Chiude il disco “Finché vita non ci separi”, con una riflessione sulla fine di una relazione e sul dolore che ne deriva, sottolineando la necessità di accettare e superare i momenti difficili della vita.
In occasione dell’uscita del suo nuovo album “Buona Fortuna”, Noi di Cromosomi abbiamo scambiato quattro piacevoli chiacchiere con Ermal Meta che ci hanno fatto scoprire ancora di più la profondità delle sue parole. Ecco cosa ha condiviso con noi!
Ciao Ermal, come stai? Il tuo nuovo album “Buona Fortuna” è una riflessione sul reale significato della parola “fortuna” ed è anche una dedica speciale per tua figlia che nascerà nei prossimi mesi. Puoi condividere con noi il tuo punto di vista personale sulla fortuna e come lo hai interpretato nelle tracce dell’album?
La fortuna per me è sempre stata, o almeno l’ho sempre vista così, non come qualcosa che ti cade dal cielo in qualche modo, ma qualcosa che accade in quanto l’hai fatto accadere o perché ti sei preparato ad accoglierla. L’ho sempre vista come una strada su cui camminare e laddove la strada non c’era, continuare ad andare avanti creando la strada. Quindi da non confondere con casualità, ecco. Questa è la concezione che ho della “fortuna”.
Per quanto riguarda il lavoro svolto sull’album, ho cercato di creare una serie di fotografie musicali che potessero riflettere chi sono in questo momento, in attesa dell’arrivo di mia figlia, un evento che sono certo cambierà la mia vita in modo permanente. A un certo punto, ho realizzato che non voglio dimenticare questi anni. Spesso mi dicono che “dimenticherò tutto”, che “nulla avrà più significato”, e benché sia grato che le cose cambieranno, desidero comunque creare un album di fotografie musicali che potrò mostrare a mia figlia un giorno, e che potrò rivedere e ascoltare per capire meglio chi ero mentre aspettavo il suo arrivo.
Hai dichiarato che “Buona Fortuna” è un album di memorie che cambieranno, rimanendo scolpite dentro di te. Quali sono le memorie che non vorresti perdere mai?
Innanzitutto le emozioni che sto provando da quando ho saputo che sarei diventato papà. Non voglio poi perdere quella sensazione di non ti fa sentire del tutto soddisfatto perché la sazietà spirituale ti porta inevitabilmente ad una situazione di staticità interiore e di stallo. Sono sempre stato uno alla ricerca di qualcosa, anche quando non sapevo bene che cosa fare. Mi sono sempre posto nella condizione di essere alla ricerca di qualcosa di più grande di me, qualcosa di inafferrabile. Forse mi sono dato alla musica proprio per questo motivo, inconsciamente e inconsapevolmente, chissà… La musica non è afferrabile, è come disegnare suoni nell’aria. Che cos’è la musica? Non voglio perdere questo senso di incompiutezza perché mi porta a pensare che domani possa essere diverso, la nostra unica costante è il cambiamento. Sentirsi immobili, sentirsi fermi, sentirsi soddisfatti e sentire di non voler cambiare, è qualcosa che non fa bene all’arte e alla scrittura.
La copertina dell’album presenta dodici fili, undici bianchi e uno rosso, ciascuno associato a una traccia dell’album. Puoi spiegarci il significato che si nasconde dietro questa scelta e come si collega al tema generale di “Buona Fortuna”?
In questo istante, tengo tra le mani un sottile filo bianco, del tutto casuale. Sulla copertina è raffigurata una balena bianca, dalla quale spiccano 12 fili, di cui uno rosso. L’origine di questo filo rosso coincide con l’altezza del cuore della balena, e si collega al titolo della canzone “Buona Fortuna”, ma più precisamente al nome “Fortuna”, che è anche il nome che ho scelto per mia figlia. Questi 12 fili sono associati a 12 simboli che chiaramente rappresentano le canzoni.
La questione è: “Ma qui c’è una balena che vola! E questo è qualcosa di impossibile. Com’ è possibile? È impossibile creare le canzoni, che sono come sogni ad occhi aperti, oppure sono proprio questi sogni ad occhi aperti che ci mostrano qualcosa di impossibile?”
Volevo rappresentare qualcosa di impossibile. Inoltre, la balena bianca, nella memoria collettiva, rappresenta un po’ la fortuna, ma non nel senso di quella che ti fa vincere alla lotteria, per intenderci. Il Capitano Achab e la sua ciurma si trovano di fronte a qualcosa di straordinario: la balena bianca che tenta di ucciderli.
Cos’è allora la Fortuna? È qualcosa che siamo pronti ad afferrare quando si manifesta, e per la quale ci prepariamo con dedizione.
Nella traccia “La strada le decido io” parli della tua volontà di essere l’artefice del tuo destino. Come ti senti riguardo alle previsioni del futuro e all’influenza che credi abbiano sulla nostra vita quotidiana?
Esistono diverse prospettive sul futuro: c’è quello che possiamo influenzare e quello su cui non abbiamo alcun controllo. Pensiamo anche alla storia: ci sono eventi che possiamo plasmare e altri che sfuggono al nostro controllo. Tuttavia, sia le scelte individuali che i piccoli eventi contribuiscono a definire il futuro nel suo complesso, un po’ come le gocce d’acqua che formano il mare. Attualmente vedo un futuro incerto, non tanto per me, per l’umanità nel suo complesso. Sarebbe ingenuo negare questa realtà, sarebbe come nascondere la testa sotto la sabbia: un atteggiamento che non ho mai apprezzato. Ho imparato a guardare il mondo da un’altra prospettiva, non solo con gli occhi, ma filtrando tutto ciò che di negativo potrebbe manifestarsi nel futuro. Sto riflettendo sul fatto che non sarò più responsabile solo di me stesso, ma anche di un altro essere umano al quale dovrò insegnare a comprendere e rispettare il mondo, nonché a difendersi da esso. Questo è il vero ostacolo. Come possiamo amare e proteggere
Come pensi che diventare padre influenzerà la tua musica e il tuo approccio alla creatività?
Questo non lo so, aspetto il momento di scoprirlo e lo aspetto anche con grande ansia. Penso che mi si sbloccheranno tutti i chakra e quindi sicuramente la mia creatività subirà un cambiamento, un cambiamento che non vedo l’ora di affrontare.
Ti abbiamo visto in una veste inedita: conduttore del concerto del Primo Maggio. Com’è stato?
L’esperienza è stata estremamente gratificante e, al contempo, un grande onore, accompagnato da una notevole responsabilità. Oltre a presentare l’evento, mi è stato affidato il compito di esibirmi sul palco insieme a rinomati artisti della scena musicale italiana contemporanea. Affrontare nove ore di spettacolo senza alcuna esperienza pregressa è stata una sfida considerevole, specialmente considerando che la giornata è iniziata con una forte pioggia. Tuttavia, sono lieto di aver superato questa prova. Ogni opportunità va sfruttata appieno e il fatto di aver tratto il massimo da questa esperienza significa aver imparato qualcosa di nuovo. Il Primo Maggio mi ha regalato una maggiore consapevolezza di me stesso e del mondo che mi circonda.
Sabato sera hai cantato sul palco dell’Arena di Verona per “Una Nessuna Centomila”, durante la serata evento dedicata alla lotta alla violenza sulle donne e al supporto dei Centri Antiviolenza attraverso una raccolta fondi, con Fiorella Mannoia e altri artisti. Come musicista e figura pubblica, qual è il tuo ruolo nella lotta contro la violenza sulle donne? Cosa pensi che possa fare l’industria musicale per sensibilizzare su questo tema?
La fondazione “Una Nessuna Centomila” ha raccolto una notevole somma di fondi, con 600.000 € solo nella giornata di sabato. Quando si affronta il tema della violenza sulle donne, spesso si tralascia un aspetto cruciale: la necessità di risorse finanziarie. Questi fondi sono essenziali per sostenere i centri antiviolenza, che rappresentano la prima risorsa a cui le donne si rivolgono nella stragrande maggioranza dei casi. È fondamentale garantire che tali centri dispongano delle risorse necessarie per operare efficacemente.
Personalmente, sono orgoglioso di contribuire a questo progetto che si traduce in azioni concrete sul campo. Inoltre, la musica ha un ruolo importante nel sensibilizzare e dare voce a coloro che altrimenti sarebbero silenziosi o troppo spaventati per parlare.
Il dramma della violenza sulle donne colpisce spesso ragazze molto giovani. Ho ricevuto un grande numero di messaggi l’anno scorso da persone giovanissime, e ho sentito il dovere di condividere queste storie per amplificarne la portata. Spesso, il senso di vergogna e la paura impediscono alle vittime di parlare, creando un muro di silenzio che è difficile da superare.
Il filo rosso che lega tutte queste esperienze è proprio il silenzio, che genera sconforto, sfiducia e spesso depressione. La musica agisce come un megafono, amplificando le voci e i messaggi. Alcuni temi, quando accompagnati dalla musica, arrivano in modo più incisivo, eppure è importante sottolineare che la musica stessa non è la soluzione, ma piuttosto uno strumento per portare avanti determinate tematiche.
Ho scritto una canzone su questo argomento, chiamata “Vietato Morire”, che riflette anche sulla mia vita personale, ma ciò che conta davvero è l’utilizzo di contesti e eventi di rilievo per dare voce a chi altrimenti rimarrebbe nel silenzio. “Una Nessuna Centomila” rappresenta uno di questi eventi significativi, in grado di amplificare le voci che altrimenti verrebbero soffocate.
Come ti stai preparando, invece, per il tuo tour estivo?
Attualmente sto dedicando del tempo a pensare agli arrangiamenti musicali che eseguirò sul palco, mentre cerco di mantenermi in forma con l’allenamento in palestra. Sto valutando quanto tempo avrò a disposizione e quanti giorni potrò passare a casa dopo la nascita della mia bambina. Purtroppo, non saranno molti giorni, ma prevedo un’estate intensa. Dopo ogni concerto, farò il possibile per tornare da lei immediatamente. Le prove musicali sono pianificate per fine giugno e ci aspetta un’estate di concerti.