Quello di Stabber, produttore e compositore, non è un nome nuovo all’interno del panorama rap italiano e internazionale: in attività dal 2011, il suo curriculum vanta di importanti collaborazioni come Fabri Fibra, Salmo, Nitro, Gemitaiz, Coez, Motta, ma anche Starkey, The Whip, Crookers e tanti altri. Insomma, se non lo conosci non puoi dichiararti un accanito appassionato del genere. È l’ora di rimediare.
Si chiama Trueno il suo primo album in cui ha mescolato, come il professor Utonium de Le Superchicche, “zucchero, cannella e ogni cosa è bella”. Il risultato? Undici brani con Salmo, Noemi, Nitro, Angelina Mango, Annalisa, Venerus e chi più ne ha, più ne metta.
Stabber, in Trueno,ha colto la sfida di mettere insieme le voci dei rapper e dei cantanti più in voga del momento, incorrendo nel rischio di farne venire fuori un’accozzaglia. Tutto fila, invece, meravigliosamente liscio come l’olio.
Trueno è un percorso fatto di pezzi più crudi, altri più elettronici, altri ancora più melodici, tutti con un senso preciso. Affascinante come Stabber, simile a un mosaicista, sia riuscito a creare duetti, terzetti e quartetti perfettamente funzionanti, incastrando le voci come tessere di un mosaico. Ne viene fuori un primo album ben riuscito in cui Trueno è un sistema planetario costituito da undici corpi celesti mantenuti in orbita dalla forza gravitazionale di Stabber.
Stabber “sbanda” senza regole in una scena musicale che di regole sembra averne troppe, saggiando terreni inesplorati o poco praticati e invitando i suoi “ospiti” a fare lo stesso.
Trueno è un album che potrebbe non piacere ai puristi del genere, ma è proprio a loro che il produttore fa una linguaccia, salutandoli da sopra la sua AE86 Sprinter Trueno, in produzione dal 1983 e 1986 e simbolo della disciplina del drifting. Una disciplina non adatta a tutti, sicuramente non ai deboli di stomaco, ma noi in macchina con Stabber ci divertiamo parecchio.