Nel 1994 io non ero ancora nato, così come il rock alternativo italiano. Io per arrivare ci misi ancora un paio d’anni, mentre l’alt-rock tricolore solo qualche mese: il 13 maggio 1994 usciva Catartica dei Marlene Kuntz.
Com’era la scena rock in Italia all’epoca? Non deserta, ma circoscritta: c’era Vasco, c’erano i Litfiba, i Negrita che muovevano i primi passi, i Diaframma, i CCCP che erano morti e risorti come CSI, non allontanandosi mai troppo dalle loro radici punk. C’erano anche gli Afterhours, ma cantavano solo in inglese.
Dalla provincia di Cuneo, lontano dai centri nevralgici della musica, i Marlene Kuntz avevano iniziato ad inviare in giro i loro primi demo. Alcuni di questi pezzi finirono poi in Catartica, altri sono stati inseriti nell’edizione speciale pubblicata per il trentennale.
La promozione era ben diversa da oggi, molto più ostica soprattutto se vieni da una provincia isolata. Le radici di Catartica affondano fino al 1992, anno in cui i Marlene Kuntz si esibiscono nel contest Rock Targato Italia. I Marlene non entrano nei finalisti ma vengono ripescati: li nota Gianni Maroccolo, che all’epoca era membro dei CSI, e propone loro di registrare un EP, muovendo la prima tessera del domino che porterà i Marlene Kuntz a diventare una band di culto del rock italiano.
Quell’EP si trasformerà in un album di circa 1 ora composto da 14 tracce: Catartica.
I suoni unici di Catartica
L’unicità di questo album si può già intuire dal fatto che venga recensito e apprezzato sia da appassionati di metal, sia da chi è abituato al cantautorato. In alcuni pezzi si può anche notare una tendenza al canto rap.
Da Catartica in poi, la scena musicale italiana cambia: nascono i Verdena, gli Afterhours iniziano a cantare in italiano, esce il primo album dei Bluvertigo di Morgan. Una nuova idea musicale è nata, è intensamente viva.
I Marlene Kuntz hanno influenzato (e continuano a influenzare) moltissimi gruppi indie italiani, trascendendo generi e generazioni con l’intensità delle loro idee.
L’anima di Catartica riporta la mente ai Sonic Youth, a Nick Cave e alla scena grunge statunitense. È un album pieno di distorsioni, feedback e altri suoni caratteristici del noise rock. Difficile trovare prima di questo album un’unione così riuscita, in italiano, tra rumore e melodia, tra frastuono e poesia.
I testi di Cristiano Godano sono cesellati, a volte quasi aulici, per poi arrivare a colpire in maniera inaspettata con la semplicità più brutale. Ecco, i Marlene Kuntz sono inaspettati.
Ascoltare Catartica 30 anni dopo
Ascoltando questo album a 30 anni dalla sua uscita, gli aspetti che risaltano di più al confronto con il tempo sono 3:
- La fatica. Catartica può essere tutto ma non è un disco orecchiabile. Non è un disco semplice. Sembra quasi di doverlo inseguire per non affogare, per non venire sotterrati da una valanga di suoni e parole difficili da gestire. Ma è una fatica appagante. Una sensazione che oggi, 30 anni dopo, si trova sempre meno.
- Il dettaglio. I testi sono curati in maniera maniacale. Non sono immediati, serve spesso qualche riascolto per comprenderli. Considerando che questo è il disco d’esordio dei Marlene Kuntz, è impossibile non sottolineare la maturità stilistica già padroneggiata da Godano sotto questo aspetto.
- Il confronto. I Marlene non avevano confronto, non facevano parte di una scena già esistente. Avevano solo loro stessi e i loro ascolti esteri. Non sempre il confronto è una ricchezza; può limitare, può tarpare le ali, può far sentire inadatti, può appiattire idee e differenze. Essere costretti a guardarsi dentro, perché fuori c’è poco altro, a volte produce meraviglie inaspettate.
Con il rischio di essere banale, non posso che esaltare i due pezzi più famosi di Catartica: Nuotando nell’aria e Lieve. Quest’ultimo ha quasi rischiato di non essere incluso nell’album: oggi, 30 anni dopo, sembra una follia solo pensarlo. Per fortuna l’amore di Giovanni Lindo Ferretti ha fatto la sua parte.
Nuotando nell’aria
È certo un brivido averti qui con me
In volo libero sugli anni andati ormai
E non è facile, dovresti credermi
Sentirti qui con me perché tu non ci sei
Mi piacerebbe sai, sentirti piangere
Anche una lacrima, per pochi attimi
Mi piacerebbe sai
Vedere i Marlene Kuntz dal vivo è un’esperienza elettrizzante e magnetica. Non perdetevi il tour per i 30 anni di Catartica:
- 12 Marzo, Livorno
- 14 Marzo, Milano
- 15 Marzo, Roma
- 23 Marzo, Padova
- 5 Aprile, Firenze
- 11 e 12 Aprile, Torino
- 19 Aprile, Roncade
- 20 Aprile, Bologna
- 26 Aprile, Bari
- 27 Aprile, Senigallia