Dall’uscita del loro ultimo disco, Quanto, i Gazebo Penguins non si sono più fermati dall’andare in giro. Il 17 gennaio 2024 hanno fatto tappa, con la loro manciata di date invernali, al circolo Arci Bellezza di Milano.
Il concerto sold out viene aperto dai Soft Boys Club che, nel tempo del cambio palco, raccolgono l’apprezzamento e il sostegno di molti attraverso l’acquisto delle loro felpe.
Poi, come d’abitudine con i Gazebo Penguins, nessun ritardo e nessuna attesa. Inizia il concerto con una delle ultime canzoni e senza soluzione di continuità si incastra in una delle più vecchie.
Nubifragio e Nebbia, due canzoni che sembrano l’una naturale proseguimento dell’altra.
Questa è la caratteristica dei concerti dei Gazebo Penguins: la musica non si ferma mai, s’incatena l’una nell’altra. Ma è anche la caratteristica dei loro dischi, dove non ci sono canzoni sole, ma un insieme inseparabile, musicalmente e concettualmente concatenato.
Poco più di un’ora di concerto. Le luci blu alle loro spalle. Il fumo denso occupa il palco. Il calore delle persone nella sala fa sollevare una specie di nebbia. Il punk dei Gazebo Penguins, i sintetizzatori. Non ci si ferma a parlare, se non di meccanica quantistica.
E, proprio parlando di come un principio della meccanica quantistica avvicini cose lontanissime, Capra si lascia andare ad un racconto sulla figlia e su questa nuova tendenza del “manifesting”, secondo cui se pensassimo intensamente ad un futuro che ipoteticamente è già avvenuto, questo lo attireremmo a noi.
“Non so se sia possibile, ma credo che se pensiamo intensamente a qualcosa siamo noi che ci avviciniamo ad essa” dice Capra “quindi adesso, tutti insieme, pensiamo intensamente, manifestiamo, che a Gaza possa esserci un concerto a cui ragazzi e ragazze possano andare con la stessa normalità con cui noi stasera facciamo questa cosa!“
Quando sentono le note iniziali di Senza di te, i veterani sanno che il concerto avrà altre tre canzoni e poi finirà, sempre nello stesso modo. Allora, c’è chi nel pubblico già inizia a intonare il famoso ritornello di quell’ultima canzone: “senza di te, ho perso!“.
Senza la gatta, di cui parla la canzone, e l’amore incondizionato dei nostri amici pelosi, si perde. Senza la musica, si perde. Senza un bel concerto sudato dopo una giornata di lavoro, si perde. Senza la pace e la libertà, si perde.