Quella complicità vecchia “2000 anni” che ci racconta Michelangelo Vood…

da | Gen 9, 2024 | Recensioni singoli

Dopo aver raccolto i riconoscimenti di importanti network musicali come Radio Italia e MTV, Michelangelo Vood inaugura il nuovo anno con il singolo 2000 Anni, fuori oggi venerdì 5 gennaio per Carosello Records.  2000 Anni descrive l’incontro fortuito tra due sconosciuti che, dopo poche parole, instaurano tra di loro una complicità tale che hanno l’impressione di conoscersi da […]

Dopo aver raccolto i riconoscimenti di importanti network musicali come Radio Italia e MTV, Michelangelo Vood inaugura il nuovo anno con il singolo 2000 Anni, fuori oggi venerdì 5 gennaio per Carosello Records. 

2000 Anni descrive l’incontro fortuito tra due sconosciuti che, dopo poche parole, instaurano tra di loro una complicità tale che hanno l’impressione di conoscersi da sempre.

La delicatezza di Michelangelo Vood nel disegnare con le parole un qualcosa di fugace che pare avere radici solidissime, il dubbio avvolto dai fumi di Amsterdam, quel pensiero che diventa fisso e ci affligge la mente come un tarlo.

Ci chiediamo spesso quando conosciamo qualcuno che ci folgora dove sia stato fino a quel momento, in qualsiasi angusto angolo del mondo oppure sotto casa. La consapevolezza di non dover più cercare, di essersi trovati, magari al solito bar al mattino, quelli dove facciamo colazione di fretta prima di scappare in ufficio.

«Il brano è nato partendo da un pensiero che mi ero appuntato sul telefono, mentre riflettevo su alcuni incontri che mi hanno cambiato la vita. Riflettevo in particolare sulla teoria della reincarnazione delle anime. Partendo da questo presupposto, ho ipotizzato possano esistere anime che hanno già avuto modo di condividere qualcosa di speciale, come un amore molto forte, da qualche altra parte lontana nel tempo e nello spazio. Rifacendomi al concetto di “multiverso”, così attuale anche nel cinema odierno, il brano descrive l’incontro tra due persone apparentemente sconosciute, ma che sembrano conoscersi da sempre. Potremmo definirlo “colpo di fulmine”, potremmo chiamarle “anime gemelle”. Come fossero anime piovute “dalle stelle al pavimento” che si sono ritrovate per puro caso – o forse no? – in un sabato qualunque».

Come nella trama di I Origins, forse tutti abbiamo la nostra Sofi nel mondo, forse bisogna solo avere fortuna, oppure basare la vita sulla ricerca di quell’anima gemella che ci starà accanto fino allo spegnersi delle nostre vite, come due candele che bruciano accanto, con la cera che cola e si fa esperienza vissuta insieme.

Quante volte ci è capitato di parlare con una persona a noi sconosciuta e avere la sensazione che quell’incontro sia solo la fotografia di due pianeti già allineati migliaia di anni prima? Succede signore e signori, l’empatia, gli sguardi, il tono di voce, i minuti che passano e diventano ore, ma piacevolmente. Quando succede non guardatelo l’orologio, non staccatele le pagine dei mesi del calendario, passeranno 2000 anni così, con la stessa bellezza dell’ultimo brano di Michelangelo Vood.

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