Intelligenza Artificiale (IA) e Musica: è ora di darsi una regolata

da | Ago 15, 2023 | In Evidenza, News

Nel definire il rapporto tra IA e Musica, partiamo da un paio di definizioni. Secondo un articolo sul sito del Parlamento Europeo, per Intelligenza Artificiale (IA) si intende l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività Secondo la Treccani, invece, per Musica si intende l’arte che […]

Nel definire il rapporto tra IA e Musica, partiamo da un paio di definizioni. Secondo un articolo sul sito del Parlamento Europeo, per Intelligenza Artificiale (IA) si intende l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività

Secondo la Treccani, invece, per Musica si intende l’arte che consiste nell’ideare e nel produrre successioni strutturate di suoni semplici o complessi […] e che, da un punto di vista storico e antropologico […], si manifesta come forma di espressione culturale normalmente integrata con le varie attività sociali (lavoro, culto, riti, danza, feste, ecc.), concorrendo al collegamento fra conoscenza ed espressione, alla coesione sociale ed etnica, nonché alla trasmissione culturale.

Dalle suddette definizioni (che non hanno pretesa di esaustività alcuna) appare evidente il motivo per cui la Musica, per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi, non potrà essere rimpiazzata facilmente da sistemi di IA.

L’espressione del patrimonio culturale e sociale di una comunità, una nazione, un popolo, sembra lontana anni luce dal lavoro meccanico e asettico di un software che, per quanto preciso e prestante, non ha alcuna identità, non ha volto, non ha tradizioni. Apprende quelle altrui, le elabora; può fondere le diversità per creare qualcosa di nuovo, ma tutto questo è finto. 

Ahimè,  ragionando in maniera cinica e spietata, il fatto che la macchina impari e si evolva (e che lo faccia in modo sempre più veloce, preciso e performante), apre possibili infiniti (e tristi) scenari in cui, al posto dell’uomo, saranno sempre più presenti robot intelligenti, in grado di fornire un servizio o prodotto qualitativamente migliore rispetto a quanto assicurato dallo standard umano.

Questa dinamica divoratrice trova terreno fertile nel mondo di oggi, dove il virtuale sta sostituendo sempre di più il reale, come un mare che ogni anno rosicchia un pezzo di spiaggia in più

Se, da una parte, i primi esperimenti di IA in ambito musicale avevano portato a risultati grotteschi e spesso ridicoli, il processo creativo intelligente della macchina, basato su costanti apprendimenti ed evoluzioni, comporta la realizzazione di prodotti sempre migliori. Tale tecnologia sembra destinata ad essere utilizzata sempre di più, anche alla luce di un mercato musicale famelico, che impone la necessità di produrre musica sempre nuova in pochissimo tempo.  

Fenomeni musicali che, pur di stare al passo con questi ritmi da New Music Friday, rinunciavano a progetti di qualità in favore della quantità, potrebbero approfittare delle funzionalità offerte dall’IA per cercare di mantenere alti gli standard. 

In ogni caso l’IA è un fattore presente, entrato a gamba tesa nel mondo e creando di conseguenza, come tutte le innovazioni tecnologiche, delle lacune normative che hanno fortemente bisogno di essere regolamentate. 

Il punto di maggior interesse sembra essere legato alla tutela del copyright, sia per quanto riguarda gli artisti e le loro canzoni originali, sia per quanto riguarda i prodotti inediti che potranno essere realizzati da IA Generative

In merito al secondo aspetto, attualmente la linea sembrerebbe quella di non riconoscere alcun diritto ai brani che non siano stati realizzati da esseri umani e di chiedere ai vari governi nazionali di promulgare leggi in tal senso, come richiesto attraverso la petizione Human Artistry Campaign, ovvero una campagna di sensibilizzazione rispetto all’IA in musica e direzionata alla tutela degli artisti, presentata in occasione della SXSW, una delle principali conferenze mondiali sul tema musicale.

Per quanto riguarda il primo aspetto, invece, si sta lavorando su una regolamentazione dei diritti degli artisti rispetto ai brani che vengono utilizzati per addestrare le macchine intelligenti. In questa direzione, infatti, si stanno muovendo i colossi della Universal Music Group e della Warner Music, i quali, secondo quanto riportato dal Financial Times, stanno siglando degli accordi con Google. Quest’ultimo, infatti, sta per lanciare sul mercato la propria piattaforma di IA che potrà essere utilizzata anche in ambito musicale, riconoscendo agli artisti dei ricavi legati all’uso dei propri brani e, altresì, dei diritti di fruizione sui prodotti realizzati grazie ad essi.

Il mondo sta cambiando velocemente e chi si ferma è perduto.

La nostra unica consolazione davanti a queste, per certi versi, spaventose dinamiche, è probabilmente legata alle esibizioni dal vivo, che forse rappresentano la massima essenza della musica per tutto quello che riescono a scatenare nell’animo delle persone e per il legame che si instaura tra pubblico e artista. 

Viva i concerti, viva le emozioni che un robot non sarà mai in grado di sostituire.

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