La rivincita dei romantici: dieci canzoni che devi assolutamente conoscere

da | Ott 13, 2022 | News

Giusto un mese fa, in occasione del rilascio in radio della versione riarrangiata di Margherita, Coez tramite i social, riflette sulla fibra qualitativa odierna, protraendosi a favore di una rivoluzione sia romantica che di genere Quella di Coez è una riflessione sia complessa che evidente a chiunque. Inizia cosi: “Mainstream, Regardez moi, Superbattito, L’ultima festa, […]

Giusto un mese fa, in occasione del rilascio in radio della versione riarrangiata di Margherita, Coez tramite i social, riflette sulla fibra qualitativa odierna, protraendosi a favore di una rivoluzione sia romantica che di genere

Quella di Coez è una riflessione sia complessa che evidente a chiunque.

Inizia cosi:

Mainstream, Regardez moi, Superbattito, L’ultima festa, Polaroid, ci metto anche Faccio un casino, c’è stato un gran momento per la musica italiana. Guardando la classifica mi chiedo se stiamo sbagliando noi qualcosa o non state capendo più un cazzo voi.

Non a caso basta aprire una qualsiasi playlist Spotify, controllare qualche top 10 o, molto più semplicemente, chiedere ad una qualsiasi persona con delle addosso delle cuffiette che cosa stia ascoltando, per renderci conto di come il classismo sociale, legato alla maniacale velocità di produzione in serie tipica del consumismo, sia arrivato oltre. Sia sul piano di produzione discografica e musicale, sia su quello del criticismo dell’uno.

Coez continua poi con:

Pure sta roba che le canzoni d’amore sono per le “fighette” non la capirò mai! Vi sentite dischi pieni di minchiate che nel 90% dei casi non sono vere, almeno nelle canzoni d’amore qualcosa di vero c’è.

Almeno nelle canzoni d’amore qualcosa di vero c’è.

La storia c’insegna, o almeno questo dovrebbe fare

Andando a ritroso nell’analizzare la storia della musica, che in origine era considerata un atto celebrativo ed aulico destinato ad ambienti ben definiti, scopriamo che, l’ideologia di Coez risale a tempi molto più antichi.

Ad esempio, molti musicisti dal ‘500 in poi, nell’età del madrigale, compresa l’immensa risorsa che regolava la relazione fra musica e testo, iniziarono a servirsi per raffinare le loro partiture, dei versi di una delle Tre corone della letteratura italiana: Francesco Petrarca.

Certo pensare di passare da un Petrarca ad un qualsiasi altro disco di ultima generazione, forse, comporta qualche piccola difficoltà, quindi, non resta altro che servirci di quelli che conosciamo bene.

Quando si parla di rivoluzione sul piano musicale, uno dei primi nomi che mi viene in mente è anche lo stesso che, non è riuscito a non dire la sua rispetto a questa situazione. Stiamo parlando di Cosmo.

Ogni tanto pure io smadonno accendendo la radio. Credo che sia un discorso complesso. Il 2016 è stato un momento particolare, abbiamo aperto una serie di possibilità nuove nel pop italiano. Senza manco volerlo fare eh, però è successo. Quelle possibilità però non si sono aperte tanto nell’immaginazione quanto nel mercato. E dove si apre un mercato nuovo tipicamente arrivano poi tutta una serie di epigoni, imitatori, artisti che vogliono rischiare poco e ottenere anche loro una fetta di quel nuovo movimento di soldi e fama. Dal canto loro un sacco di musicisti si sono addomesticati per sfornare hit, passare in radio, diventare virali usando quei linguaggi “nuovi”. Il pubblico fa la sua parte, passando dal “mi manca il 2016” al disinteresse per qualsiasi novità o ricerca che non sia immediatamente consumabile. E i musicisti inseguono quel pubblico. Secondo me la frittata si fa così. Aggiungici poi le playlist editoriali aberranti e le rotazioni radiofoniche che sono tornate a livelli del pre-2016…”

Il vero climax del discorso però, si conclude tutto in questa frase:

Bisogna spingere e scovare le nuove leve che se ne fottono, che hanno qualcosa da dire. Non chi dice cose confezionate a puntino per fare numeroni, quella roba è già morta in partenza secondo me.

L’amore raccontato senza colonna sonora

Quando si parla di romanticismo si differisce dal parlare d’amore, esistono infatti canzoni dal taglio romantico e poi esistono quelle tagliate, che sarebbero poi quelle d’amore, sì.

Vorrei prendere ad esempio una delle canzoni che, a mio avviso, ma forse anche ad avviso di molti altri da quando è diventato un cult, racconta meglio ed esprime in maniera lapalissiana come si componga una canzone d’amore, ed è proprio una che nel nome porta una negazione, già, proprio lei: Niente Canzoni d’amore.

Trovo stupido persino pensare che un testo del genere, una partitura del genere, un ambient del genere possa venir bollato come non digeribile.

Per amare ci vogliono le palle, poche storie.

Niente canzoni d’amore è un cult del 2015, quindi ritorna ridondante il concetto di Coez e di Cosmo.

Ad ogni modo, Cromosomi vuole cercare di portarvi sulla buona strada quindi:

Ecco qua una lista delle migliori canzoni d’amore degli ultimi tempi:

La Playlist di Cromosomi