E’ l’una di venerdì 1 luglio e, fra le tante sorprese che il mondo della musica italiana ci regala, esce anche Che stai dicenn di Luchè e Paky.
Tre minuti e otto secondi di un beat, firmato Sick Luke, estremamente ipnotico, ma, allo stesso tempo, urban come pochi. Due generazioni che si incontrano, quella di Luchè, classe 1981, e quella di Paky, 1999, pronte a sganciare una hit che ci accompagnerà sicuramente in tutte le nostre serate estive nei locali della riviera.
Caratteristiche particolari? Il ritornello banger, ripetuto innumerevoli volte per tutta la canzone, il beat trascinante del maestro Sick Luke e, soprattutto, il tributo a Napoli.
La città partenopea, infatti, ha dato i natali sia a Paky, che a Luchè. Entrambi sono sempre rimasti molto legati alla propria terra d’origine, tanto da inserirla spesso nei testi delle canzoni e nei video (e non scordiamoci delle strofe e dei titoli dei pezzi completamente in dialetto napoletano). Sotto questo punto di vista, è Paky che apre e chiude le danze, con l’iconico verso, ispirato dal sentire comune, “Napoli la vedi e poi muori“.
Forte del successo del suo ultimo album, Dove volano le aquile, Luchè dimostra ancora di essere un grande della musica street-urban, nonostante il tempo che passa.
Non è facile essere sempre al top. Già il suo ultimo disco, uscito il primo di aprile, è stato un enorme successo: scritto bene, prodotto ancora meglio, interpretato come solo Luchè sa fare. Ma non è tutto. Che stai dicenn è quella traccia in più perfetta, ora inserita nella nuova versione (completa?) di Dove volano le aquile, che non può decisamente essere lasciata indietro.
A metà tra M’ Manc e Rozzi, arriva Che stai dicenn, cantabile, ballabile e tutto quello che volete.










