Quattro chiacchiere con Colombre

da | Apr 7, 2020 | Interviste

Cromosomi ha fatto quattro chiacchiere con Colombre in occasione dell’uscita del suo nuovo album, Corallo.

Con Colombre abbiamo parlato della genesi del suo ultimo disco, del ruolo della musica in questo periodo storico così particolare e del suo futuro, sia come artista sia come uomo.

Per rompere il ghiaccio ti propongo un gioco: prova a descrivere Colombre utilizzando solo 140 caratteri.

Ne userò molti di meno e ti dico Chansonnier, vediamo l’effetto che ti fa…

Ora parliamo del tuo ultimo lavoro, Corallo. Come mai hai scelto questo titolo per il tuo secondo album?

Mi piaceva la parola, l’immaginario che crea, è molto evocativa e un po’ simboleggia quello che racconto nelle canzoni.

Sono passati tre anni dalla pubblicazione del tuo primo lavoro da solista e immagino che per te siano cambiate tante cose, quindi mi chiedevo: quanto c’è del Colombre di Pulviscolo in questo nuovo album?

Come per l’altro disco, c’è dentro tutto il Giovanni possibile.

Qual è, solitamente, la scintilla che dà inizio al processo creativo da cui prendono vita i tuoi testi? Hai delle “abitudini di scrittura” o ti lasci trasportare dall’ispirazione del momento?

No, non ho abitudini di scrittura. Se mi sveglio alle quattro di notte e fuori nevica non mi metto a scrivere, cerco di riaddormentarmi.

In generale mi appunto una parola o un pensiero…poi le cose scorrono e accadono, le metabolizzo anche con lentezza…e quando meno te l’aspetti succede che ricanticchiando la melodia, le parole ti vengono spontanee come se fossero state sempre lì ad aspettarti… è stupendo.

Qual è la tua traccia preferita di Corallo e perché?

Non so risponderti se non “Ogni scarrafone è bello a mamma soja”

C’è qualche artista con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?

Magari qualcuno che fa una musica diversa rispetto a quella che faccio ma con la stessa attitudine, mi piacciono gli opposti che si attraggono. Ovviamente le cose, se accadono, devono essere spontanee…

Cosa ha significato per te uscire con un nuovo album in un periodo così particolare? Quale dovrebbe essere, secondo te, il ruolo della musica in un momento storico come quello che stiamo vivendo?

Ho maturato ancora di più la consapevolezza che il fiume continua a scorrere nonostante tutto, che siamo solamente piccoli sassolini del suo letto e che la ricerca del momento perfetto per le cose non esiste, è un fuoco fatuo.

Penso ancor di più che la musica, in questi giorni sfuggenti, dolorosi e angoscianti, abbia la capacità profonda e misteriosa di portarci altrove, di unirci, di farci sentire più liberi e appunto consapevoli.

Nel testo di Non ti prendo la mano c’è una frase che mi ha colpito molto: se chiudo gli occhi sono già nel futuro. Come si immagina Colombre nel futuro, non solo come artista ma anche come uomo?

Intimamente da solo ma ben accompagnato.

 

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