Milano Music Week 2025 segna una svolta per il settore?

da | Nov 18, 2025 | Flash News

Le porte della Milano Music Week si sono appena aperte e già si respira quell’energia da spartiacque. Nel frastuono buono delle inaugurazioni, l’industria musicale italiana ha deciso di presentarsi compatta. Letteralmente.

Paolo Franchini, presidente FEM, lo ha annunciato come si annunciano le cose che pesano: con una frase che non fa giri di parole. Pro-Musica nasce per unire tutta l’industria musicale italiana e per valorizzare il suo peso economico, culturale e sociale. Non un club esclusivo, ma una piattaforma di lavoro condivisa, un tavolo dove sedersi insieme invece che uno di fronte all’altro. Franchini lo definisce “un onore”, e non sembra una formalità: coordina un gruppo che raccoglie praticamente ogni segmento del settore.

Da lì, si è alzata una specie di onda di consenso. Alessandro Angrisano di ACEP ha parlato di un momento delicato per il settore, e della necessità — quasi fisiologica — di trovare soluzioni comuni, soprattutto per chi rappresenta gli autori e gli editori più piccoli. Toni Verona di ANEM ha messo l’accento sull’entusiasmo: non capita spesso di vedere un percorso condiviso da ogni angolo dell’industria, e la promessa è quella di un impatto reale, anche internazionale.

Dalla parte del live, Bruno Sconocchia (AssoConcerti) e Carlo Parodi (Assomusica) hanno ricordato il ruolo decisivo dei concerti: una locomotiva che continua a tirare l’intera filiera. Entrambi vedono in Pro-Musica la possibilità di dare finalmente una voce unitaria a quel mondo fatto di aziende, professionisti, e soprattutto lavoratori che reggono le notti italiane.

Poi ci sono le realtà più piccole ma storicamente decisive. Giordano Sangiorgi di AudioCoop ha rivendicato la spinta innovativa delle micro-strutture musicali del Paese. Raffaele Volpe di Dismamusica ha sottolineato quanto il settore degli strumenti — tra costruttori, importatori e rivenditori — sia intrecciato in modo naturale con artisti, concerti e discografia, e quanto serva una rappresentanza comune.

Anche EMUSA, con le parole di Carlo Solaro, ha spiegato di sostenere il progetto proprio per questo: parlare insieme, e farlo con una voce sola. Una posizione condivisa da FIMI: Enzo Mazza ha legato Pro-Musica alle trasformazioni digitali in corso, come un’alleanza utile a difendere e potenziare il valore della musica in un contesto che cambia di continuo.

A chiudere, si aggiunge il mondo degli interpreti: Andrea Micciché del Nuovo IMAIE ha ricordato che parliamo della maggiore associazione italiana di artisti esecutori, e che sedersi a questo tavolo vuol dire rappresentare migliaia di cantanti e musicisti. Mario Limongelli (PMI) ha insistito sull’idea che Pro-Musica possa davvero essere “la piattaforma dell’industria musicale italiana”, mentre Salvatore Nastasi della SIAE ha definito l’iniziativa un passo fondamentale per rafforzare l’intera filiera. Unire competenze, visioni, responsabilità diverse — dice — significa dare più forza agli autori, agli editori e a tutti i professionisti che tengono in piedi questo patrimonio culturale.

Se c’è un messaggio chiaro che arriva da ogni voce, è questo: l’industria musicale italiana vuole smettere di parlarsi da lontano. Vuole parlarsi, e basta.

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