Nel cuore della periferia romana, tra Casalbertone e Portonaccio, il Monk Club torna a farsi laboratorio di pensiero e di suono. Dal 25 al 27 novembre 2025, la seconda edizione dello SprEco Festival, ideato da Indiepanchine e sostenuto dal Ministero della Cultura e da Roma Capitale (Roma Creativa 365 – Cultura tutto l’anno), propone tre giorni in cui musica, arte e sostenibilità si intrecciano in un’unica esperienza partecipata.
Lo SprEco Festival nasce dall’idea che la cultura possa essere uno strumento concreto di compensazione ecologica, capace di restituire alla città almeno una parte di ciò che consuma. Per questo, ogni emissione prodotta verrà bilanciata attraverso pratiche sostenibili affidate al pubblico: condividere la comunicazione online per ridurre l’uso di carta, donare capi d’abbigliamento alle Eco Box di Humana People To People Italia, e utilizzare l’app Too Good To Go per contrastare lo spreco alimentare. Tre gesti semplici, ma dal valore simbolico preciso: partecipare diventa un atto di responsabilità.
L’apertura, martedì 25 novembre, è affidata al talk Essere green: le nuove prospettive della sostenibilità, seguito dalla stand up comedy di Cosedimichele e dai live di Labadessa e Le Feste Antonacci, due voci che incarnano il nuovo cantautorato italiano tra ironia e introspezione. Mercoledì 26 novembre il dialogo si sposta sul rapporto tra industria musicale e impatto ambientale, mentre il palco accoglie Tiziano La Bella, Hammon, Glasond, SKT e Visino Bianco: artisti che raccontano la scena rap underground come un territorio di contaminazione e consapevolezza.
La chiusura, giovedì 27 novembre, è un viaggio nelle estetiche del futuro: Ogni briciola conta: come evitare lo spreco introduce una serata dedicata all’elettronica più visionaria, con paolo.alneon, EMMA, SANO e RIP, nomi che ridisegnano i confini tra cantautorato, hyperpop e sound design.
Nel suo intreccio di talk, performance e azione ecologica, SprEco Festival II ribadisce che la cultura non è solo consumo estetico, ma un atto politico e ambientale. Il Monk Club, raggiungibile con metro, bus o mezzi in sharing, diventa così un ecosistema temporaneo in cui pensiero critico e intrattenimento convivono senza contraddirsi.










