Laila Al Habash ci regala il suo “Tempo”

da | Ott 29, 2025 | Recensioni album

Parlare con sé stessi, perdonarsi e riflettere: “Tempo” di Laila Al Habash è “un abbraccio primordiale”.

Tempo è il nuovo album di Laila Al Habash uscito il 24 ottobre per M.A.S.T./Undamento: un disco che avrà “una vita bizzarramente sorprendente nel tempo”

Le tracce di Tempo sono 12, di cui solo 9 inedite; il percorso che ha portato all’uscita di questo disco, infatti, è iniziato lo scorso 28 maggio con “Fumantina”, per poi continuare con “Tuareg” (29 agosto) e “Sahbi” (3 ottobre).

La tracklist vanta la firma di diversi producer: Rocco Giovannoni, notforclimbing, Emanuele Triglia, Niccolò Contessa e… Golden Years. Sì, Pietro Paroletti (nome d’arte di Golden Years) è il produttore di ben 6 delle 12 tracce di Tempo e, effettivamente, si sente. 

”Ritento – recuperare il Tempo

È il brano che apre il disco e che, più di tutti, dimostra la necessità che Laila ha di riappropriarsi del proprio tempo, soprattutto di quello che sembra ormai perso. 

Ciò che serve è un po’ di leggerezza:

“E adesso salgo in braccio al vento, navigo col motore spento

Svuoto la testa e la riempio solo di tramonti in silenzio

Rallento, rallento

Ritento a tempo”

”Fumantina” – c’è Tempo per stare bene

Questa seconda traccia, invece, ci pone davanti a una giostra di emozioni (a volte una montagna russa, altre volte un autoscontro) e ci insegna che va bene essere tristi, annoiati e, perché no, menefreghisti.

“Per me è proprio naturale

Io non so che vivo a fare

Se non cambio sempre umore

Mi contraddico per errore”

”UFO” – non è mai il Tempo sbagliato

“UFO” è una dolce lettera che Laila scrive alla sé del passato e, implicitamente, anche alla sé del futuro. Quello che emerge dalle sue parole è una perenne inadeguatezza, un sentirsi sempre in ritardo rispetto agli altri, ma anche un desiderio di riscatto, senza rinnegare ciò che è stato.

“Oggetto piccolino, cerchi la tua tribù

Io arrivo dal futuro adesso che non ho più l’ora di filosofia

Ti vengo a prendere con una bugia

Facciamo una pazzia, incendiamo scuola mia

[…]

Ti aprirò la faccia e ti sussurro che

Che non serve che non mangi più

A queste cose non ci credere più”

Bellissima.

”Che lavoro fai” – il Tempo di distrarsi

“Qui tutti mi chiedono solo: “che lavoro fai?”

Io cerco solo qualcosa di buono, che tesoro hai?

Qui tutti mi chiedono solo: “che progetti hai?”

Parlano tutti al futuro e nessuno è mai qui”

La fissazione per il lavoro e la preoccupazione per il tempo “sprecato” della città (in questo caso Milano) si scontrano con la semplicità vera e per niente scontata della provincia (romana).

”Voglia” – trovare Tempo per l’amore

Una vera hit – femminista! – che rimane in testa dal primo ascolto. 

Le parole di Laila sono quelle di una donna ferita, sì, ma non rancorosa: c’è la “Voglia” di capire come sia possibile tradire e “amare” in questo modo.

“Voglia

Oh mio dio, che voglia

Di strapparti il cuore

Fammi vedere quanto amore hai

Per me, per lei”

C’è anche una bellissima citazione a “E salutala per me” di Raffaella Carrà:

“Salutala per me

E dille che non ho rancore

E se puoi farle anche un favore

Non confondere il suo nome”

Decisamente nella top 3 del disco.

”Mi servi” – il Tempo della provocazione

In “Mi servi” Laila canta, da una prospettiva femminile, il desiderio amoroso in un modo sempre associato all’immaginario maschile e lo fa con provocazione, ma anche con un pizzico di dolcezza.

“Io da te

Non voglio mica questo granché

Solo che

Se guardo nel futuro siamo ancora io e te

[…]

Chi lo sa se pensi a me

Meglio per te se pensi a me”

”C’è Tempo

Un gentile invito a godersi il presente, senza preoccuparsi troppo del futuro e dei propri “limiti”. 

“Non capisco cos’hai da invidiare

Non capisco cosa c’è da aspettare

Di così grande

Da non poter ammirare 

Il bello che hai intorno

E quello che sai fare”

”Desiderio” – non ha Tempo

Una riflessione sulla natura del desiderio, che è tale solo se rimane insoddisfatto.

“Che mistero il desiderio

Cosa me ne faccio?

Più lo guardo, più lo voglio, più lui cambia posto

[…]

Brucia e non muore mai”

”Timido” – dove va il Tempo?

“Timido” riflette su quale sia il vero senso del tempo – “dove va il tempo?” – e della sofferenza che ne deriva – dove va tutto questo tormento?

Inoltre, una chicca è la citazione a “Mi piace far l’amore al pomeriggio” di Ornella Vanoni; Laila canta:

“Siete matti voi timidi

A vivere così

Troppo pudore per nulla

L’istinto che non decolla”

”Sahbi” – godersi il Tempo

Lasciarsi andare senza preoccupazioni? Non è mica un male!

“Don’t carry me home

I feel alive, I feel love, I feel fine”

”Sogno 86” – il Tempo si ferma

“Sogno 86” è il brano più sperimentale del disco ed è immerso in una dimensione onirica travolgente; la situazione raccontata è quella del risveglio da un sogno particolare, in cui tutto il corpo è coinvolto ma, allo stesso tempo, ancora “bloccato”.

“Decifro ma non ha molto senso

Ma chi c’è là?

[…]

Corro ma resto qui

Desideri intimi”

”Tuareg” – il Tempo si stampa nella mente

Una gentile carezza alla malinconia di tutti noi.

“Domani chiederò ai tarocchi

Se mentre vai verso un tabacchi

Mi penserai, mi penserai”

Tempo è un reminder per tutti: godiamocelo – il nostro e anche quello di Laila.

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