Tra palco e normalità: Olly racconta il suo ritorno

da | Ott 9, 2025 | Interviste

Con il repack Tutta vita (Sempre) e un tour completamente sold out, il cantautore genovese racconta il suo bisogno di sentirsi vivo, libero e imperfetto, restando fedele a se stesso anche sotto i riflettori. Ecco cosa ci ha raccontato.

Da ragazzo della porta accanto a fenomeno generazionale. A soli ventiquattro anni, Olly ha conquistato la vetta della musica italiana con la spontaneità di chi non ha mai smesso di sentirsi “un ragazzo normale”. Dopo la vittoria a Sanremo 2025 con “Balorda nostalgia“, il suo nome è diventato sinonimo di leggerezza, ma anche di autenticità. Ora torna con Tutta vita (Sempre), la nuova edizione del disco quattro volte platino prodotta da Juli, che aggiunge cinque brani inediti: “Così così”, “Il brivido della vita”, “Come noi non c’è nessuno”, “Occhi color mare” e “Buon trasloco” a un repertorio già amatissimo dal pubblico.

L’artista genovese ha da poco annunciato un tour trionfale, il Tutta Vita Tour 2025-2026, che è già partito il 4 ottobre dall’RDS Stadium di Genova e toccherà venti palazzetti completamente sold out, fino al clamoroso gran finale con tre date evento allo Stadio Luigi Ferraris, prima volta dopo vent’anni che lo stadio ospiterà un concerto  e due speciali appuntamenti a Roma e Caserta.

Tutta vita (Sempre) debutta direttamente al primo posto della classifica FIMI/NIQ, il quattordicesimo #1 della sua carriera, con sei brani nella top 10 e tre nella top 20. Il singolo “Questa domenica” riconquista inoltre la vetta della classifica singoli per la quinta volta, mentre Olly si conferma l’artista più ascoltato della settimana sia su Spotify che su YouTube.

Sentirmi vivo è un bisogno che mi porto dentro da sempre

Noi di Cromosomi lo abbiamo incontrato in occasione dell’uscita di Tutta vita (Sempre) che segna la sua maturità artistica e personale. Con Olly abbiamo parlato di estate, dei nuovi brani che raccontano il suo bisogno di leggerezza e verità, e naturalmente del tour, un viaggio già sold out tra palazzetti e stadi, che promette di trasformare la sua energia.

Con “Il brivido della vitaOlly torna a esplorare quel confine fragile tra libertà e consapevolezza:

Sentivo l’esigenza di dire: sapete cosa? Alla mia età c’è anche voglia di essere un po’ coglioni ogni tanto. Di sentirsi vivi nelle cose semplici: scrivere “ti amo” su un marciapiede, ballare nudi per casa, seguire il vento”.

È il racconto di un ragazzo che cerca di restare se stesso pur vivendo costantemente sotto i riflettori:

Vivere la mia quotidianità da personaggio pubblico significa dovermi assumere dei rischi, ma preferisco rischiare e vivere davvero, anche se poi posso essere chiacchierato. Mi piace andare al bar, parlare con la gente. Ricordarmi che sono normale è fondamentale”.

Il caos mediatico della scorsa estate, quello della famosa “tovaglia sporca”, Olly lo ha superato con serenità e ironia:

Su 365 giorni, 364 io e i miei amici non ci riprendiamo. Capita una volta ogni tanto, ma io ho una compagnia che mi protegge. Sono orgoglioso dei miei amici: siamo grandi quando stiamo insieme. Preferisco assumermi i rischi di essere chiacchierato per cose normali, piuttosto che smettere di vivere”.

La scrittura resta il suo rifugio più sincero. Olly non insegue formule, ma verità:

Non è mai costruito a tavolino, ma dopo anni l’orecchio riconosce se una cosa è cantabile. Io scrivo canzoni che se riesco a cantarle io, possono cantarle tutti. Non cerco più di fare l’artistoide: voglio dirti le cose nel modo più chiaro”.

La semplicità, per lui, non è strategia ma identità. “Così così”, nata in un momento turbolento dopo il successo di Sanremo, è diventata una risposta diretta alle critiche:

Dopo il Festival leggevo commenti terribili: “miracolato”, “raccomandato”, “costruito a tavolino”. Mi facevano male. Poi ho deciso di esorcizzarli scrivendo. Ho capito che non posso controllare quello che gli altri capiscono: ho la responsabilità di ciò che dico, non di ciò che interpretano”.

Non sono il bravo ragazzo né lo stronzo. Sono uno normale

Con i nuovi brani, Olly prova a liberarsi da ogni etichetta:

Volevo far capire che non sono perfetto. Non sono né il ragazzo modello né il cattivo della situazione. Sono nel mezzo, come tutti. La musica è la cosa più mia e la condivido volentieri, ma quando la condividi, non è più solo tua”.

L’introspezione attraversa anche “Come noi non c’è nessuno”:

L’abbiamo scritta acustica e la gente se n’è innamorata. Poi con Angelina ha preso un’altra vita. Racconta un punto di vista maschile e uno femminile. Io spesso scappo, e riconosco che le donne hanno più forza di noi uomini. È un tema che sto affrontando anche in psicanalisi: vorrei riuscire a colmare quella distanza”.

Palazzetti, stadi e consapevolezza

Il salto dai club agli stadi è stato naturale, ma frutto di lavoro:

Ad agosto mi allenavo al parco, boxavo contro gli alberi, facevo preparazione vocale. All’Ippodromo è piovuto alla fine del concerto: sembrava un film. Abbiamo unito 80.000 persone in due giorni. È la vittoria più grande”

Per i palazzetti, promette uno show più intimo:

Cambierà la scaletta. Finalmente posso permettermi di togliere pezzi e rinnovarli. Non ci saranno troppi effetti: voglio che la musica resti al centro. Sul palco sono nudo, pazzo come da bambino”.

E sul sogno di casa aggiunge:

Il Ferraris è la mia città, il mio cuore. L’ultimo a suonare lì è stato Vasco: un segno del destino. È un onore enorme”.

Tra i nuovi brani, “Buon trasloco è quello più intenso:

Racconta la storia del papà di Juli, mancato quando usciva il disco. C’è anche la fisarmonica che suonava lui. È come un iceberg: sotto c’è tantissimo che non si vede, ma arriva lo stesso. In un album sulla vita, mancava il tema della morte”.

Mentre “Occhi color mare, con un sample di “Neve al sole di Pino Daniele, porta leggerezza e respiro:

È nata per caso, come un omaggio. Non volevamo featuring, solo celebrare una canzone che amiamo. È il pezzo più pop, perfetto per l’estate e per il live”.

La formula del successo? Essere se stessi. Olly non ha bisogno di formule: la sua forza è la trasparenza. In un panorama musicale dove l’immagine spesso pesa più del contenuto, lui sceglie la via più semplice e più difficile insieme: restare autentico.

Ci rimango male quando dicono che sono costruito a tavolino, ma dentro di me so benissimo di non esserlo. Voglio solo fare musica vera, che arrivi a tutti”.

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