Quando un disco diventa un’arma, il risultato è inevitabilmente esplosivo. Barsminator, fuori dal 19 settembre, è il quarto album di Michael The Skillerz e la sua dichiarazione di guerra a un’industria che prova a livellare tutto. Qui non c’è spazio per compromessi: la rima è l’unica legge.
Il progetto si apre con Un giorno di balorda lucidità nella mente di uno sclerato cronico, titolo che è già manifesto di intenti. Una voce narrante cerca l’attenzione di un’etichetta, finché non arriva il beat: da lì, il disco esplode. I singoli Amici come prima, Regole e La Finesse mostrano il lato più puro del rap, diretto e abrasivo, ma il cuore dell’album è nel mix di influenze che lo attraversano. Blues, jazz e swing diventano benzina per barre che non si spengono mai.
Brani come Lyrics Atelier, Street Swing Technics e Ill Blues allargano il perimetro, mentre la title track porta avanti la critica feroce alle dinamiche delle major. Poi c’è The Culture, con il suo sapore cupo alla Eminem, e Sensei, dove Michael scrive la sua definizione di musica: “La rima è la pace dei sensi per i sensi miei. La musica è il mio sensei”. Un verso che pesa come un tatuaggio inciso su carta.
Barsminator non è solo un disco, è uno sfogo. Lo dice lo stesso artista: le major pilotano il gusto del pubblico, ma qui c’è chi resiste, barra dopo barra. Il risultato? Un lavoro che tiene l’ascoltatore incollato dall’inizio alla fine, senza filler e senza sconti.