“Il mercato musicale è saturo” è con ogni probabilità la frase che sentiamo dire più spesso quando si parla di musica. Nonostante sia diventata un meme, questa frase cela un fondo di verità: c’è tanta, troppa musica in giro.
In un periodo storico in cui tutti possono fare e pubblicare la propria musica, dal musicista professionista al TikToker alle prime armi, e in cui questa sembra aver toccato tutti i temi possibili e immaginabili, di cosa deve parlare la musica nel 2025 per sorprenderci? Esiste ancora qualcosa in grado di sorprenderci, in campo musicale e non?
Per ironia della sorte, un anno fa scrivevamo “Di cosa deve parlare la musica nel 2024 per sorprenderci?” e dopo dodici mesi tocca dire che, nonostante quest’anno sia stato indubbiamente ricco di uscite degne di nota, non c’è niente che abbia scatenato il tanto agognato effetto “wow”. Non c’è più niente capace di sorprenderci, le abbiamo viste veramente tutte.
Un anno fa sostenevamo che la musica dovesse fare da ponte tra le vecchie e le nuove generazioni, missione che Carlo Conti ha tentato di portare a termine per il prossimo Festival di Sanremo, scegliendo un cast composto principalmente dai beniamini dei più giovani, forse per far sì che si avvicinino e si appassionino alla competizione, andando quindi a smentire il meme che sia una manifestazione pensata per i boomer.
Dunque, di cosa deve parlare la musica nel 2025 per lasciarci di stucco? Di Femminismo, femminicidi, diritti civili, riscaldamento globale, o che altro?
La verità è che la musica, per sorprenderci, dovrebbe tornare ad essere autentica, fatta per vocazione, amore, passione e non per soldi, fama o guadagno; un discorso forse ridondante, vecchio e stantio, ma sempre molto attuale.