Arrivederci a te e a tutto quello che ho sempre sbagliato
Arrivederci a te e a tutto il potenziale che ho sprecato
Non sentivamo parlare di lei, Maria Antonietta, da circa cinque anni. Ci aveva lasciato dicendo “io non ho intenzione di Deluderti, ma questa è la mia faccia” e recriminando “quanto vi affezionate facilmente alle Abitudini, io non ne ho”. Era il 2018 e, da allora, silenzio stampa.
Forse per questo il suo ritorno non è affatto passato in sordina, ma ha risvegliato i cuori che anni fa sono stati strattonati e coccolati dai testi di Deluderti (2018), Sassi (2014) e Maria Antonietta (2012). È quindi il momento di un quarto album? Sì, decisamente sì.
È lei stessa, Letizia, a confidarci che i tempi sono maturi per un nuovo progetto musicale, inaugurato proprio da un Arrivederci:
Sì, sono tornata per fare un brindisi con voi, per brindare a tutto quello che abbiamo sbagliato, a tutto il potenziale che abbiamo sprecato, a chi se n’è andato & soprattutto a chi è restato. Voglio per me solo i giorni più belli, le briciole le lascio agli uccelli.
Arrivederci è un nuovo inizio: per saper accogliere ciò che di bello la vita ci riserva è necessario saper abbandonare le non priorità, lasciarsi alle spalle gli sbagli, il potenziale sprecato e i comportamenti che amiamo meno (degli altri e di noi stessi, capiamoci).
Arrivederci è saper guardare, passeggiare, ballare altrove.
Arrivederci non è un Addio:
Questa è una canzone dedicata ad un assente. (Forse a più di uno). Nessuno di loro, neanche in cambio di una carezza, mi impedirà di dire finalmente Arrivederci: arrivederci a te e a tutto quello che ho sempre sbagliato, arrivederci a tutto ciò che avrei potuto dire e fare di meglio, arrivederci al potenziale che ho sprecato.
Arrivederci, ti lascerò alle mie spalle, ti priverò del tuo potere, ti costringerò a stare zitto, tu che quando ci sei stato non mi hai resa migliore e ora che non ci sei, continui a sibilarmi parole cattive nelle orecchie. Dovessi stare qui in ginocchio per tutta l’eternità, ora mi lascerò tutto alle spalle.
E sì, arrivederci, sarà per un’altra occasione, o probabilmente a mai più…
È che a volte c’è solo bisogno di una carezza. Niente di più. Ed è proprio lì che probabilmente sbagliamo: ci accontentiamo. Pretendiamo tanto, ma alla fine ci bastano le briciole. Maria Antonietta canta Arrivederci (anche) a questo:
Le briciole sai (Lo sai?)
Le lascio agli uccelli (Cip-cip-cip)
Voglio per me (Solo per me)
I giorni più belli (Pa-pa-pa)
ed è una consapevolezza maggiore rispetto a Quanto eri bello:
Ma quanto era bello
Io volevo solo portarlo a letto
E la sola cosa al mondo
Che volevo era essere felice ad ogni costo
in cui la ricerca della felicità emotiva era ancora strettamente legata a un’altra persona.
Arrivederci, invece, è una rinascita, l’inizio di una vita dove germogliano i fiori dell’emancipazione, del riscatto, dell’amore.
Che poi, se solo tenessimo presente che fra l’ultima parola detta e la prima nuova da dire è lì che abitiamo, riusciremmo ad apprezzare ancora di più lo spazio tra un Arrivederci e un nuovo Ciao.
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