ll ritorno potente di Ben Harper al Rock in Roma 2026

da | Dic 11, 2025 | Flash News

Le sere d’estate a Roma hanno un modo tutto loro di accendersi, basta che qualcuno pizzichi la corda giusta. Nel 2026 sarà Ben Harper a farlo, nella Cavea che amplifica ogni nota come un respiro collettivo.

Rivedere Ben Harper al Rock in Roma 2026 significa riportare in città un suono che non si è mai davvero allontanato. Il 29 giugno, insieme agli Innocent Criminals, riempirà la Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, quel palco semicircolare che obbliga ogni artista a mostrarsi senza filtri. Harper sembra nato per spazi così: luoghi in cui la musica si espande e diventa gesto, non solo esecuzione.

Il suo percorso discografico è immenso, ma non è la quantità a renderlo ancora rilevante. Diciotto album, tre Grammy, milioni di copie vendute: dati che funzionano come contorno di un artista che ha fatto della mutazione continua il proprio baricentro. Tra blues, soul, folk, reggae e rock si muove con una naturalezza che confonde gli archivisti dei generi e rassicura chi cerca qualcosa di autentico. La sua musica, anche nelle svolte più intime, porta sempre una corrente politica sotterranea.

Harper ha condiviso studio e palco con mezzo pantheon contemporaneo: da Harry Styles ai Pearl Jam, da Paul McCartney a Bruce Springsteen. Non è mai stato un ospite decorativo; piuttosto, uno di quelli che entrano in una canzone e la riscrivono senza cambiare una virgola. Il suo modo di stare nel mondo – diretto, a tratti ruvido – si riflette nelle collaborazioni, nei testi, in un’attitudine che non sopporta la posa.

Negli ultimi anni ha alternato profondità emotiva e ricerca formale. Bloodline Maintenance è uno dei lavori più politici della sua carriera: un disco che parla di eredità, identità, lotte personali e collettive. Wide Open Light, pubblicato nel 2023, va nella direzione opposta: sottrae materia, punta alla chiarezza, lascia spazio al silenzio. Dentro c’è Yard Sale, il duetto con Jack Johnson che scorre come una scena girata in pellicola, fragile e luminosa.

Dal vivo Harper ha sempre lavorato per sottrazione, e questo rende interessante immaginare come userà uno spazio come la Cavea. Un luogo così nitido non permette scorciatoie: ogni sfumatura arriva dritta al pubblico. È facile pensare che anche questa volta punterà sull’essenziale, sulla tenuta del suono più che sulla spettacolarità. Il resto – la risposta della platea, l’energia della serata, l’alchimia con gli Innocent Criminals – lo scopriremo solo lì, quando la prima nota partirà davvero.

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