C’è qualcosa di inevitabile quando Side Baby entra nei 64 Bars. Non è solo il format che lo esalta: è il modo in cui riesce a stare dentro quella struttura rigida – 64 barre senza interruzioni, zero ritornelli, zero appigli – trasformandola in un terreno personale. RICH PORTER (Red Bull 64 Bars), prodotto da Close Listen e Fudasca, arriva in un momento della sua carriera in cui ogni frase sembra avere un peso diverso, più adulto, più affilato. Il titolo richiama un immaginario di lusso e sopravvivenza, ma il racconto è tutto suo: Testaccio, la strada, le cicatrici, la volontà ostinata di restare in piedi.
Il 2025 è stato un anno in cui Side ha rimesso le mani sulle sue fondamenta. Dopo i singoli Bad Bitch e Volermi Morto, dopo le collaborazioni con Uzi Lvke, Tony Effe, Mikush, Carl Brave e Ketama126, è salito sul palco di Corviale per il Red Bull 64 Bars Live davanti a diecimila persone: una serata che ha segnato il ritorno ufficiale in un’arena in cui si gioca la credibilità, non il glamour. Entrare ora nel format da protagonista è un passaggio naturale, quasi obbligato.
La scrittura del brano conferma l’impressione: Side Baby non usa la nostalgia per farsi scudo. Racconta senza protezioni, infilando ricordi ruvidi, soldi, famiglie spezzate, ambizioni e paranoie nella stessa corsa di immagini. La Roma che descrive non è mai un fondale: è un personaggio che ti guarda di sbieco, pronto a correggerti se sbagli tono. E in quelle 64 barre la città c’è tutta: le shox false da bambino, la voglia di “morire a Roma”, la lingua sporca e luminosa dei quartieri dove la reputazione vale più dell’hype.
C’è poi un filo che attraversa il pezzo: l’ossessione per il riscatto. Non quello da manuale motivazionale, ma quello pieno di contraddizioni, in cui si può smettere con alcune droghe e continuare a fumare tutto il giorno, in cui si parla di milioni e allo stesso tempo si rivendica la strada. Side è così: tagliente e vulnerabile, coatto e romantico suo malgrado. Forse è questo il motivo per cui il format lo accoglie così bene. Nelle 64 Bars vince chi non si nasconde, e Side Baby ora non ha nessuna intenzione di farlo.
Il risultato è un episodio che allarga il campo dell’hip hop italiano senza gridarlo. Un brano diretto, sporco il giusto, fedele alla tradizione dei 64 Bars ma perfettamente calato nel presente. Una fotografia di chi è Side oggi: un artista che trasforma ogni limite in materiale narrativo, pronto a bruciare la pagina e scriverne un’altra.









