Non capita spesso che una band torni in una città dopo quasi un decennio d’assenza e trovi il pubblico ancora lì, in attesa. Ma i Kings of Leon hanno questo effetto: spariscono, cambiano pelle, riappaiono e nel frattempo il mondo continua a considerarli una certezza dell’alternative rock. Milano li ritroverà il 20 giugno 2026 sul palco di Fiera Milano Live, in un appuntamento che sembra voler riprendere un discorso lasciato sospeso dal 2017.
Prodotti da Vivo Concerti, Caleb, Nathan, Jared e Matthew Followill arrivano con un repertorio che oggi è quasi un archivio per un’intera generazione. Nove album, dalle scosse iniziali di Youth & Young Manhood alle superfici più adulte di When You See Yourself, fino alla sfacciata libertà di Can We Please Have Fun. È interessante osservare come una band che ha venduto oltre 20 milioni di dischi e suonato come headliner a Coachella e Glastonbury sembri ancora intenzionata a spingersi altrove, più che a ripetere quello che già funziona.
Non è un caso che nel 2025 abbiano pubblicato EP#2, quattro brani che funzionano come un promemoria: i Kings Of Leon ascoltano, assorbono, si divertono. E si circondano di voci che spingono il loro suono in direzioni diverse. In Live in Jersey compaiono Zach Bryan e Bruce Springsteen, due mondi che raramente si incontrano nella stessa traccia, ma che qui sembrano dialogare senza forzature. In We’re Onto Something Bryan torna come ospite e aggiunge quella ruvidità gentile che sta ridefinendo il folk americano contemporaneo.
La cosa più evidente, guardando gli ultimi lavori, è che i Kings of Leon non stanno rassettando la propria eredità. La stanno allargando. Ogni uscita recente somiglia più a un nuovo inizio che a un bilancio. Ed è forse questo il motivo per cui la data di Milano promette di essere più che un semplice ritorno. Un aggiornamento di rotta, una conferma che una band longeva può ancora essere curiosa, inquieta, in movimento.
Fiera Milano Live, con i suoi spazi aperti e la sua acustica diretta, ha la struttura ideale per un suono che non ama le mezze misure. Non sapremo come sarà davvero quella sera finché le luci non si abbasseranno, ma una cosa è chiara: l’alternative rock internazionale, quello che non chiede il permesso per salire di volume, avrà di nuovo casa a Milano, almeno per una notte.
