Il nuovo singolo di Ruggine e IMO, riuniti sotto il nome Malatesta, arriva venerdì 12 dicembre e dà subito l’impressione di essere il punto di partenza di qualcosa più grande. Credo possa farmi del male mette in scena l’inizio e la fine di una relazione senza usare i toni del melodramma: è un pezzo che sceglie la lucidità, la resa dei conti, quella calma sospesa che si prova quando una storia d’amore finisce ma il corpo non se ne è ancora accorto. È un brano che osserva, non piange; che ricostruisce il dolore pezzo per pezzo fino a farne un pensiero chiaro.
Musicalmente si apre come un luogo intimo: sintetizzatori morbidi, chitarre che sembrano registrate a luci basse, linee vocali che arrivano come appunti segnati sul telefono nel cuore della notte. Poi il ritmo si fa più netto, pulsa, accelera: l’urban incontra l’indie, l’elettronica scivola nel pop, il rap entra e scompare senza mai rompere l’equilibrio. È un brano che non sceglie un solo territorio sonoro, perché la storia che racconta non è fatta di un solo colore. La varietà, però, non è un esercizio stilistico: tutto suona coerente, riconoscibile, come se i due avessero trovato una lingua comune dopo anni di percorsi diversi.
“Credo possa farmi del male” consegna un’emozione nuda, senza retorica, e la produzione fa esattamente quello che serve: tiene tutto sospeso, permette alla malinconia di coesistere con una dolcezza profonda, come se il dolore fosse un luogo da attraversare e non un muro da evitare. L’idea, raccontano, era proprio questa: trasformare una ferita in qualcosa che si possa ascoltare con calma, senza doversi proteggere.
Il 19 dicembre arriverà anche il videoclip, diretto da Simone De Cenzo e prodotto da Cold Light: un’estensione visiva del brano, costruita come una piccola allegoria cinematografica. Perfetto per un progetto che nasce già con un immaginario preciso, capace di tenere insieme fragilità e ambizione.
La storia di Malatesta, del resto, è appena iniziata ma ha basi solide. IMO porta con sé anni di produzione trasversale – dall’hip hop al jazz fino all’elettronica – e un’esperienza gestionale che lo ha visto lavorare anche dietro le quinte di progetti importanti come Sete di Mezzosangue. Ruggine, romano, sound designer in formazione, ha fatto della sperimentazione il suo campo di gioco da sempre: rap alternative, elettronica, pop, una curiosità che non si accontenta mai. Dopo un periodo di silenzio, torna con un’identità più nitida e un’urgenza nuova.
Il futuro del duo Malatesta ha davanti un percorso aperto, mobile, senza etichette troppo strette. Un territorio dove ogni emozione trova una forma sonora diversa, ma sempre credibile. Un progetto che nasce dall’incontro di due storie distanti e che, proprio per questo, ha la possibilità di sorprendere davvero.









