Pubblicare un disco così proprio nell’ultimo mese dell’anno, lo rende ancora più suggestivo. Chi ama non dimentica arriva nel periodo in cui ci si volta indietro, si riavvolge il nastro e si tirano le somme sull’anno vissuto e su ciò che è stato. I Voga – duo napoletano composto da Enrico Esposito e Lorenzo Biscione – raccontano uno spaccato di vita vissuta: da un lato la fine di una lunga relazione, dall’altro l’evoluzione del loro percorso musicale. Perché per chi non lo sapesse i Voga fanno musica ormai da tanti anni e in molti forse se li ricorderanno per il brano “Miranapoli” feat. Yung Snapp e MV Killa, che ha dato loro una spinta importante.
L’album si apre con “Acqua di mare” e già dalla prima traccia i Voga ci catapultano nel cuore del progetto: l’adrenalina e l’ansia del primo disco ufficiale, la paura di non farcela, poi il dolore e la delusione vissuta tra incomprensioni e porte in faccia. Ma nonostante il tempo passato, l’obiettivo resta quello di lasciare un pezzo di sé, di scrivere qualcosa che duri al di là delle mode, dei successi e delle hit.
Chi ama non dimentica è una fotografia nitida degli ultimi anni dei Voga, raccontata con lucidità sia a livello testuale che attraverso un’estetica sonora che mescola rap, urban e R&B in modo riconoscibile. L’album diventa un luogo sospeso di riflessione e consapevolezza, in cui introspezione e lucidità sul proprio vissuto e percorso artistico si incontrano.
Chi ama non dimentica: Napoli, il mare, le ferite e la voglia di riscatto dei Voga
Non manca la componente identitaria: dalle collaborazioni con Coco, Luchè, Vale Lambo e Vettosi, all’uso del dialetto come in “O’ saje comm’ fa’ o’ core”, fino ai riferimenti ai quartieri di Napoli. Napoli è la costante che attraversa l’intero progetto, che fa da sfondo a brani nostalgici come “Casa mia”, forse il brano più struggente dell’album, insieme a 22simba e primastanzaadestra – ma anche in tracce di riscatto, riaffermazione e desiderio di rivalsa come “Vere Visioni” e “Credi”, che omaggia “La pioggia, gli applausi” di Johnny Marsiglia.
Il mood introspettivo che accompagna l’intero progetto dei Voga sembra quasi un’analisi del tempo passato e, pubblicato quasi alla fine di quest’anno, ci invita naturalmente a riflettere su ciò che è stato. La fine della relazione, raccontata attraverso lo scenario di Napoli con melodie e immagini che lasciano intravedere il mare, arriva sia come lezione a seguito dell’esperienza vissuta, sia come accettazione dopo i mesi di dolore passato. In questo percorso, le collaborazioni diventano parte integrante del racconto e si inseriscono perfettamente nell’immaginario del duo. Oltre ai featuring già citati, troviamo in “Forse ho bisogno di te” il feat. con Flaco G, in “Privacy” il feat. Coco e Sissi, e “Capricorno” con Coco e Kamy, uno dei singoli usciti in precedenza.
Cosa ci resta dopo tutto?
Alla fine tra le cicatrici di questa relazione rimane un progetto diverso, unico e forse uno dei più belli pubblicati quest’anno nel panorama italiano. Merita più di un ascolto, perché oltre al racconto personale del duo, lascia in chi lo ascolta un senso di riflessione: ci si riconosce nei brani, ci si interroga, ci si sente smarriti, ma ci si lascia trasportare dal flusso delle cose come le onde del mare. Si osservano i cambiamenti che all’inizio spaventano, ma che poi diventano quotidianità e insegnano ad accettare.
Chi ama non dimentica dei Voga, si chiude con “Pressione alta, bassa marea”, un outro che rappresenta esattamente quella consapevolezza e accettazione di cui si parla lungo tutto il disco. Una chiusura perfetta per un racconto così suggestivo che ti resta addosso come salsedine sulla pelle.









