Perché il ritorno dei Cervello arriva al momento giusto?

da | Nov 24, 2025 | Flash News

ChatGPT ha detto: Cinquant’anni di silenzio non cancellano una voce: la fanno risuonare più forte. E i Cervello, che nel ’73 avevano già capito tutto, tornano ora come se il tempo non fosse mai passato.

Nel pezzo torna la voce di Gianluigi Di Franco, restaurata da registrazioni su nastro: pura, intatta, piena di quel magnetismo che lo ha reso una figura unica. È una di quelle scelte che ti gelano un attimo: non per malinconia, ma per la vertigine di sentire qualcuno che sembrava perso e invece era solo dormiente. È il cuore di Chaire, un album costruito su brani composti tra il ’74 e l’83 e rimasti sospesi in attesa del momento giusto.

Dietro questo momento ci sono i membri originali superstiti — Corrado Rustici, Antonio Spagnolo, Giulio D’Ambrosio — che hanno impiegato quattro anni per completare un’opera che suona fuori dal tempo. Alla batteria c’è Roberto Porta, a chiudere un cerchio che sembrava impossibile da richiudere.

È musica che non ha fretta di piacere: ha fame di significato.

Il video ufficiale, firmato da Wayne Joyner, aggiunge un livello ulteriore: immagini simboliche, oniriche, quasi ieratiche, che amplificano la sensazione di trovarsi davanti a qualcosa che appartiene più al regno del mito che a quello dell’intrattenimento. Visioni, archetipi, ombre che sembrano scolpite nella pellicola.

L’uscita di Chaire arriva insieme a due reliquie: la registrazione dal vivo del 1973 (Live at Pomigliano D’Arco) e una nuova versione rimasterizzata di Melos, il disco che consacrò i Cervello come una delle esperienze più originali del prog italiano. È come se il passato fosse tornato per reclamare il proprio posto, non per sedersi in bacheca, ma per indicare una direzione.

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