In un panorama musicale che a dicembre si divide tra ballate zuccherose e jingle fuori tempo massimo, Bello Figo sceglie l’unica strada che gli appartiene: la più rumorosa, la più assurda, la più sua. Il 5 dicembre 2025 torna con Pacco Enorme, sequel dichiarato del primo Pacco, e la domanda è inevitabile: quanto può spingersi oltre un artista che ha fatto del Natale il suo luna park personale? A quanto pare, parecchio.
Dopo Sei il mio veleno — un singolo sorprendentemente introspettivo, quasi tenero per i suoi standard — l’annuncio del nuovo album arriva come un meme che però diventa realtà. Quattro brani inediti, più altri quattro già noti, in un progetto che affonda mani e piedi nella tradizione natalizia per ribaltarla, ribaltarti e poi lasciarti lì a chiederti cosa sia appena successo. È l’essenza di Bello Figo: provocatorio, imprevedibile e sempre un passo avanti a chi cerca di incasellarlo.
La versione fisica del disco — vinile rosso da collezione — contiene un calendario 2026 e, per chi fa il pre-order, anche la possibilità di mandargli una letterina come fosse Babbo Natale. Un gesto giocoso che amplifica l’immaginario del progetto: un Natale eccessivo, pieno, sopra le righe. Un Natale così Bello Figo che sembra impossibile non esista già una tradizione dedicata.
Pacco Enorme espande il lavoro iniziato nel 2024: se il primo Pacco giocava con i classici delle feste, qui ci sono inediti creati proprio per definire un’estetica natalizia alternativa. Tra ironia, consumismo, cultura pop e quell’energia da “vengo in pace ma anche no”, l’artista costruisce un’altra piccola anomalia nel panorama italiano. Lo fa celebrando famiglia e amicizie, mantenendo però quella combinazione di sfrontatezza e verità che lo ha reso una figura di culto.
La tracklist è già un manifesto: da Che bello è Natale a Le do il pacco, tutto suona come se Mariah Carey avesse passato un pomeriggio a Parma con un trapper, e onestamente è un’immagine che funziona più di quanto dovrebbe.
Il resto lo conosciamo: dai tempi di Non pago affitto e del vocabolario parallelo che ha creato (da Assaggiare a Martellare), Bello Figo è uno degli artisti più discussi, virali, liberi del Paese. Amato, odiato, imitato, impossibile da ignorare. Negli ultimi mesi ha persino varcato la soglia del mainstream istituzionale: interviste, podcast, scuole, piazze. Un outsider diventato icona pop nazionale, senza rinunciare al caos che l’ha fatto nascere.
Pacco Enorme, alla fine, non è un vezzo stagionale: è un altro tassello di un percorso che mischia ironia, cultura urban e una visione della musica che non chiede permesso. Un invito — più che un album — a non prendersi troppo sul serio nel periodo dell’anno in cui tutti lo fanno.









