Ci sono canzoni che non gridano, ma lasciano il segno come un respiro trattenuto. “15 minuti”, il nuovo singolo di 5070 (fuori oggi per Pluggers under exclusive license to M.A.S.T.), è una di queste. Dopo l’EP “Meno di zero”, l’artista brianzolo torna con un brano che suona come una confessione in punta di voce, una resa gentile davanti alla consapevolezza che l’amore può diventare paura.
La scrittura di 5070 resta essenziale, diretta, ma si carica di un’intimità nuova: “15 minuti” è il tempo simbolico in cui si realizza una verità che brucia, quello spazio sottile in cui il cuore si difende capendo di aver già perso. Le sonorità oscillano tra urban e indie, intrecciando synth malinconici e chitarre sospese: una produzione asciutta che lascia parlare il silenzio tra le parole.
L’artista racconta così il brano: «Il pezzo esprime disagio in un contesto musicale completamente opposto, racconta la caduta di un sogno. È il momento in cui capisci che la persona che hai davanti è tutto ciò che ti spaventa.»
Una dichiarazione che restituisce tutta la maturità di un autore capace di trasformare la vulnerabilità in linguaggio, senza retorica, senza difese.
Influenzato da Tyler, The Creator, Stromae e Steve Lacy, 5070 si conferma una delle voci più interessanti della nuova scena pop italiana. In “15 minuti” non cerca catarsi, ma comprensione: il coraggio di restare fermi dentro un dolore piccolo, reale, inevitabile.
È un brano che non vuole curare, ma ricordare: perché certe verità durano più di quindici minuti.









