Today’s Top Hits, Songs To Sing In The Car, Hype, Dance Hits, Sanguegiovane: queste sono solo alcune delle playlist editoriali curate da Spotify.
Ma di cosa si tratta esattamente? Le playlist editoriali sono raccolte di musica che vengono create e aggiornate dagli editors di Spotify, ovvero esperti di musica che lavorano per questa piattaforma. Il loro compito è quello di ascoltare e valutare migliaia di canzoni che gli vengono sottoposte per considerarne l’inserimento all’interno di queste playlist.
Le playlist editoriali, essendo particolarmente favorite dalla piattaforma, contano un elevatissimo numero di riproduzioni ogni giorno. Ecco perché per un artista emergente rappresentano un’opportunità davvero molto interessante per farsi notare da nuovi ascoltatori.
Ma come si entra in queste playlist editoriali?
Come entrare nelle playlist editoriali di Spotify
Formalmente, la procedura è abbastanza semplice. È necessario proporre il proprio brano tramite lo strumento di presentazione per le playlist compilando in maniera accurata tutti i campi richiesti.
Attenzione: il brano va proposto a Spotify almeno 7 giorni prima della sua uscita. Non è possibile invece proporre un brano che è già stato pubblicato.
Quali fattori vengono presi in considerazione per essere inseriti in una playlist editoriale?
Riprendiamo quale FAQ da un’intervista agli editors di Spotify:
Qual è la cosa più importante quando si propone un brano alle playlist editoriali di Spotify?
L’elemento fondamentale sembra essere la compilazione del modulo con cui si invia il brano.
Gli editors sono interessati non solo a conoscere le informazioni tecniche, ma anche a capire tutto il contesto dietro alla canzone:
- Qual è il mood del brano?
- Com’è nato?
- Qual è stato il processo creativo dietro alla canzone?
- C’è una storia divertente o particolare legata al brano che stai presentando?
In poche parole, devi presentare quello che nel linguaggio del Marketing si chiama “pitch”: una descrizione breve, incisiva e distintiva del tuo brano. L’obiettivo è farti notare, distinguerti dagli altri.
Ricorda: nessun servizio a pagamento può garantirti l’ingresso in una playlist editoriale di Spotify. Un buon ufficio stampa, però, può aiutarti nella compilazione di questo pitch elaborandolo in maniera strategica.
Nella scelta di quali brani inserire in una playlist editoriale, viene valutata in maniera prioritaria anche la qualità della canzone. Dunque, se vuoi che la tua proposta venga scelta, fai molta attenzione alla registrazione, al mix e al master del brano.
Quanto contano i followers sui social?
Il numero di follower sui social non ha nessuna influenza ai fini dell’inserimento nelle playlist di Spotify. Ad essere importante è piuttosto l’interazione che i follower mostrano con l’artista, tanto sulla piattaforma di Spotify quanto su altri social. Più i follower sono coinvolti e interagiscono l’artista e maggiore è la probabilità di farsi notare.
Quanto sono importanti le playlist algoritmiche?
Su Spotify è presente un altro tipo di playlist, quelle algoritmiche. Come suggerisce il nome, vengono create in automatico dall’algoritmo della piattaforma.
Essere presenti in una playlist algoritmica rappresenta un segnale positivo per gli editor di Spotify, perché riconoscono che quel brano è già stato valutato positivamente dalla piattaforma e ha riscosso un certo successo tra gli utenti. Questo potrebbe quindi influire sulla valutazione finale e portare l’editor a scegliere quel brano per la sua playlist editoriale.
Tuttavia, ricordiamo che questo non è l’elemento determinante: quello che conta di più è sempre la compilazione del modulo di proposta.
Posso essere inserito in una playlist editoriale anche se non ho un contratto con un’etichetta discografica?
Sì, perché la proposta avviene sempre mediante il modulo di proposta di Spotify for Artists. Tutti gli artisti, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno un contratto con un’etichetta, hanno la possibilità di essere inseriti nelle playlist editoriali.
Esistono inoltre delle specifiche playlist editoriali pensate per gli emergenti. Quella più famosa in Italia è Sanguegiovane.
Tuttavia, per gli artisti che invece sono sotto contratto è bene sapere che l’etichetta può fare una “proposta esclusiva” a Spotify, che deve essere interamente gestita dall’etichetta stessa.
Le playlist editoriali sono davvero utili agli emergenti?
Purtroppo non esiste una risposta univoca a questa domanda.
Sicuramente essere inseriti in una playlist editoriale di Spotify offre agli artisti una grande possibilità di venire scoperti da nuovi ascoltatori. Ma pensare che questo basti per raggiungere il successo sarebbe un’illusione.
Innanzitutto bisogna considerare che oggi l’ascolto di un utente medio è molto distratto. Ascoltiamo musica nelle più varie circostanze, da quando passeggiamo, a quando facciamo le pulizie, a quando siamo in macchina. E purtroppo non sempre abbiamo la prontezza di inserire tra i nostri preferiti uno delle decine di brani che ascoltiamo.
Inoltre, le playlist editoriali sono solo uno dei tanti mezzi a disposizione di un artista per crescere. Oltre a queste, un artista emergente può (e dovrebbe) usare i social, organizzare live, costruire la sua rassegna stampa e interagire con i media locali e nazionali per farsi conoscere.
Attenzione quindi a non concentrare tutta l’attenzione su Spotify: la promozione di un artista viaggia su tanti altri canali.









