Distribuito da Artist First, Da Dio di Nico Arezzo è uscito il 26 settembre, dopo i precedenti singoli “anche eugenio piange” (dicembre 2024) e la reinterpretazione del classico di Domenico Modugno “’u pisci spada” (giugno 2025).
L’immenso universo emotivo delle verdure e i surgelati
Stasera vorrei che la strada per tornare a casa fosse un po’ più lunga
Forse così lunga che sarei costretto per stanotte a venire a dormire da te
Da Dio racconta un addio che non vuole definirsi tale: un legame che cambia, si trasforma e trova rifugio altrove, pur restando vivo nei ricordi. È la storia di desideri che sembrano imposti dal destino che ci fa tornare a case che abbiamo salutato, ma che in realtà siamo noi stessi a guidare, spesso senza rendercene conto.
Ma tu prendimi ancora in giro
Tanto in giro io non ti vedo più
Ma ti trovo pure dentro il supermercato tra una verdura e un surgelato
C’è ancora quella cosa che ti viene da Dio, da Dio
Domani me la provo a cucinare io, io, io
Il ritornello sottolinea la fine di una relazione: la persona che prima faceva parte della nostra quotidianità non c’è più, eppure continua a riaffiorare nei gesti più semplici, come tra gli scaffali di un supermercato. Un luogo comune, quello della spesa, che diventa uno spazio emotivo in cui la memoria trova modo di tornare a galla.
La fai ancora quella cosa che ti viene da Dio?
Abbiamo, abbiamo chiuso gli occhi
E siamo partiti senza dirci dove volevamo andare
E siamo finiti su galassie troppo lontane
Qui prende forma l’immagine di un viaggio condiviso, intrapreso senza una meta precisa. All’inizio può sembrare un segno di libertà, ma col tempo ci si ritrova a chiedersi: dove stiamo andando? Così, senza accorgersene, ci si ritrova su percorsi diversi, lontani, con la consapevolezza di non essersi detti tutto e di aver chiesto a Google Maps di raggiungere destinazioni differenti, pur viaggiando sullo stesso mezzo di trasporto.
La produzione accompagna il brano con delicatezza, cresce strofa dopo strofa, fino a un ultimo minuto che evoca sonorità radioheadiane e imprime maggiore intensità al ritmo.
Alla fine di una storia resta spesso la speranza che la porta non sia del tutto chiusa, per paura di affrontarne altre, per abitudine o per fragilità umane. Ci chiediamo: come stai? che fine hai fatto? la fai ancora quella cosa che ti viene da Dio? Forse non avremo mai risposte, e allora non ci resta che provare a fare da soli quella cosa che l’altro faceva così bene.
Ma il gesto d’amore più grande, forse, non è dire addio, ma augurarsi, anche in silenzio, che coloro a cui abbiamo voluto veramente bene possano stare davvero “da Dio”, anche senza di noi.
Da Dio è disponibile su tutte le piattaforme di streaming.