Gilda Ambrosio e Giorgia Tordini presentano alla Milano Fashion Week la collezione donna primavera estate 2026 di The Attico attraverso una soundtrack originalissima. «Dicendo “Lei è così”, non si intende descrivere una donna. Al contrario, si accetta l’impossibilità di definirla»
Lo show ha inizio con l’apertura della porta dell’appartamento curato dall’architetto Renzo Mongiardino.
Da qui in poi, ogni suono accompagna un movimento, una scelta, un accadimento. Ad occuparsene per questa Milano Fashion Week 2026 è Kamal El Aoufi, hybrid sound artist, composer, sound designer, accompagnato dalla produzione di Lina Stensjø.
La donna “The Attico” si sfila l’abito carico di paillettes che ha indossato festeggiare il suo compleanno. Abbassa la zip di quel pantalone in pelle scelto a posta per quel club. Ancora non ci siamo. Si infila un trench coat senza alcunché sotto, stringe la cintura di cui è munito e sfiora il tessuto per sistemarlo. Si, uscirà così.
Ci ripensa. Può fare meglio di così: riprende il pantalone che ha messo per l’ufficio, acciuffa di fretta il bomber in pelle, quello che usa durante il weekend. Sistema la morbidissima bralette e lo slip col fiocchetto in bella vista (che spendiamo a fare 300€ di intimo se non si vede?).
Sceglie la borsa, sposta portafoglio, sigarette, accendino e tutto il kit per la lip combo nella prescelta. Chiude la cerniera lampo.
È fuori il suo palazzo.
Oggi si sente come il vento, quello cantato da Marino Marini ma riproposto dalla voce di Lumiero registrata da Marquis, in arte marquisseria, e “che nella notte ti chiama e che pace non ha”.
Sfida il marciapiede con i tacchi. Sa che sta per succedere eppure niente è ancora detto. Il solo pensiero fa suonare al cuore un assolo di pianoforte.
Il dubbio l’assale tutto d’un tratto. Lei va, “fugge e va, dove andrà non lo sa”.
Tra uno schiocco di bacio ed un altro, i saluti sono compiuti. Una risata dopo l’altra tira giù la notte con le sue storie: la tuta in pizzo messa per fare pilates che ha rubato lo sguardo di quei due mentre distrattamente facevano gli ultimi esercizi, quel sabato mattina che è uscita in vestaglia per aprire il postino, la camicia che gli ha rubato quest’estate, la mise di lavoro che sembrava fosse più adatta per accettare l’invito ad un aperitivo, il plateau che le ha regalato sua sorella, la mini-bag soprannominata “La Passeggiata”, quella che vorrebbe fare con lui.
“Sono l’aria che talora sospira…”: è tempo di tornare. “…Che al sol del mattino più dolce si fa”, specialmente quando indossa quel completo corto corto in seta rosa.
Ma poi ricorda: “sono la furia che passa e che porta con sé”: la prossima volta dovrà indossare quell’abito in pizzo nero see-through, si, quello che porta dei patchwork in rete. Sotto poi si vedrà. Forse un mix&match della sua lingerie preferita. Sempre in vista.
“Qualcosa c’è in me, più forte di me”. Lei è così.