Negli ultimi mesi, Giorgia ha vissuto un’onda trionfale: “La cura per me” è rimasta per 12 settimane ai vertici delle classifiche e ha superato i 130 milioni di stream totali, consolidando la sua posizione non solo nel panorama nazionale, ma anche internazionale; è l’unica artista donna nella Top 30 degli italiani più ascoltati al mondo in questo primo semestre del 2025.
Poi è arrivata “L’Unica”, singolo radiofonico che ha riconquistato spazi e ascolti, e infine il ritorno sul piccolo schermo, alla conduzione della nuova edizione di XFactor.
In questo contesto ricco di consensi e conquista, l’uscita del nuovo singolo “GOLPE”, prevista per venerdì 19 settembre (già in pre-save), arriva come una dichiarazione: Giorgia non si accontenta del successo, ma vuole spingere ancora più in là i confini della propria identità artistica.
Il nuovo singolo, uscito da pochissimo, ha già fatto la storia del 2025 conquistando il debutto femminile più alto dell’anno in classifica radio. Ma non basta: è anche il primo brano di un’artista donna a volare direttamente alla #1 nel primissimo giorno di programmazione ufficiale. Un traguardo che conferma, ancora una volta, la forza inarrestabile di una voce capace di mettere tutti d’accordo e di trasformare ogni nuova uscita in un evento.
Una ballata che sfida il conformismo
“GOLPE” è presentato come una ballata pop d’autore intensa e potente, scritta a più mani — Edoardo D’Erme, Davide Petrella, Dario Faini, Gaetano Scognamiglio e la stessa Giorgia — e prodotta da Dardust.
La tensione emotiva che la canzone promette deriva dal contrasto tra segreti e svelamenti, abitudine e discontinuità, amore che si trasforma e che reclama spazio. Il videoclip, diretto da Emanuel Lo, ci mostra immagini in bianco e nero nelle strade di Galatina, plasmando una narrazione visiva in cui l’amore convenzionale subisce un golpe interiore per fare spazio a qualcosa di più genuino e ribelle.
Con “GOLPE”, Giorgia intende scuotere, non accontentarsi. Vuole raccontare che l’amore non può essere un copione prestampato: se resta intrappolato nelle convenzioni, implode. Quella “ribellione sentimentale” è un invito ad abbandonare la routine, a riscrivere il modo in cui amiamo.
Tra memoria e rinascita: il live come suggello
Il “COME SAPREI LIVE 2025”, il tour celebrativo dedicato ai trent’anni dall’uscita di “Come Saprei”, si conclude con la date finale oggi 26 settembre nella suggestiva cornice della Reggia di Caserta. Tutti i concerti registrano il SOLD OUT, confermando che il pubblico ha risposto con entusiasmo a questa celebrazione attiva della carriera di Giorgia.
Accanto a lei sul palco: Diana Winter (voce e chitarra), Andrea Faustini (voce), Fabio Visocchi(keyboards), Gianluca Ballarin (direzione musicale, piano, programming), Mylious Johnson (batteria), Sonny T (basso e chitarra) e un quartetto d’archi. Un ensemble che amplifica la ricerca sonora e l’impegno dell’artista nel trasformare ogni esibizione in un’esperienza piena e raffinata.
E dal 25 novembre 2025, Giorgia sarà nuovamente sui palasport: da Jesolo a Milano, da Roma a Bari, con tappe che promettono già il “tutto esaurito”. Il pubblico dei 30-40enni (e non solo) sa bene che nei concerti di Giorgia non va solo per ascoltare: va per riconoscersi.
Perché “GOLPE” è un passo necessario
In un panorama musicale spesso costretto a formule e modelli consolidati, Giorgia sceglie la tensione. Non cede alla facile scintilla radiofonica: vuole una canzone che penetr i pensieri e resti. Questo è un terreno non privo di rischi, ma la sua carriera ha dimostrato che rischiare è parte della sua cifra.
“GOLPE” non vuole essere un semplice singolo pop: vuole lasciare un segno. E si inserisce nel percorso iniziato da “La cura per me” e “L’Unica”, che hanno restituito una Giorgia capace di combinare sensibilità, metrica consapevole e dominio della scena. In un’epoca in cui spesso serate e playlist cancellano la differenza tra canzone-leggera e canzone-di-profondità, Giorgia insiste nel voler fare entrambi.
Il brano non è un manifesto; è un’urgenza, e chi ascolta può decidere se entrarci o restare fuori. Il messaggio affiora in sottrazione, in tensioni non dette, in pause che respirano: la ribellione non è urlare, ma risvegliare.










