Jacopo Sol è il nome d’arte di Jacopo Porporino, cantautore e musicista italiano nato il 20 maggio a San Severo.
Fin da piccolo è stato immerso nella musica, grazie ai genitori che gli facevano ascoltare artisti come Pino Daniele e David Bowie durante i viaggi in macchina.
All’età di otto anni, sua madre lo iscrisse a un corso di chitarra, dove imparò il suo primo accordo: il Sol maggiore. Questo momento ha ispirato il suo nome d’arte, simbolo delle sue radici musicali
Nel 2023, ha partecipato a Sanremo Giovani con il brano “Cose che non sai”, arrivando in finale. Successivamente, è entrato nella scuola di “Amici di Maria De Filippi”. Durante il programma, ha pubblicato diversi singoli, tra cui “Ancora”, “Dormi”, “+ Tempo”, “Slowmo” e “Complici”, quest’ultimo uscito durante la sua partecipazione ad Amici.
Oltre alla carriera da interprete, Jacopo ha anche intrapreso quella di autore, scrivendo il brano “Niente di male” per Giorgia.
Stefano Titta è Jr Stit, un produttore musicale classe 2001. La sua attività musicale nasce nel 2015, ma è solo durante il primo lockdown che diventa virale sui social grazie ai suoi mash-up, in particolare quello di “Tiska Tuska Tanga” che diventa ancora più virale del brano originale, “Hace Calor”. Ha aperto concerti di artisti come Emis Killa e Shiva e quest’anno ha anche suonato sul palco del Namless Festival insieme a Mara Sattei.
Li ritroviamo insieme sulla stessa traccia questo venerdì 25 luglio con Respiro.
L’intenzione è questa: Jacopo non vuole cercare di trovarla, né tantomeno cancellare il ricordo “di te e dei tuoi che si sono incazzati quando hanno scoperto di noi, dei tagli sopra le tue gambe”. “Non farò mai come hanno fatto quei bastardi”.
Nonostante non si senta in grado di esprimere correttamente ogni sua emozione, crede di poter fare un’eccezione: “giuro che non ti farò del male, darò davvero quello che puoi meritarti”.
Sarebbe molto più facile cancellare le sue impronte sul suo viso.
Prende una direzione diversa, magari neanche considerabile come la più semplice: ci proverà fino a che potrà farlo, “fino all’ultimo respiro”, lo stesso che sa parlargli.
Il Respiro, infatti, tradisce la verità del corpo: è una confessione pura che non necessita parole, è un’onda che attraversa chi la legge, è una connessione.
Di qualsiasi ritmo sia, sta nella sensibilità dell’altro poterlo trasformare in emozione.
Sciogliersi, accendersi, perdersi, orientarsi attraverso le sensazioni dell’altro.
Chiudere gli occhi, ascoltare e sentire questa voce silenziosa capace di travolgere solo chi è ricettivo a questi linguaggi. Il respiro diventa melodia.
È solo un dettaglio. Esplicito quanto basta a raccontare una sintonia, un’armonia, un’eternità.