u’ pisci spada è il nuovo singolo di Nico Arezzo, cantautore ragusano d’origine e bolognese d’adozione che torna in studio dopo il tour per promuovere “Non c’è mare”, il suo album d’esordio, e dopo aver diviso il palco con Laura Pausini a Messina.
Nico Arezzo, classe ’98, è vincitore del FestivalShow all’Arena di Verona con il suo primo inedito, ed è entrato poi tra i primi 5 under uomo a X Factor e tra i finalisti di Sanremo Giovani. Si afferma poi tra i vincitori di Musicultura nel 2024 con “Nicareddu”.
Il brano è in realtà una cover di Domenico Modugno, che ne scrisse il testo in siciliano e sulle tracce di un’antica leggenda isolana. La storia parla di un pesce spada che, perduta la sua compagna, si fa catturare dagli stessi pescatori pur di non lasciarla morire lontana dal suo amore.
“Chista è ‘na storia
D’un piscispàda
Storia d’amuri.”
Nico Arezzo riarrangia con freschezza il dialetto siculo:“si tu mori, vogghiu murìri ‘nzemi a ttia!”
Pensata originariamente per voce e chitarra da Modugno, la canzone trova nuova vitalità nella versione riarrangiata da Nico Arezzo, anche attraverso sonorità elettroniche che ne arricchiscono la struttura, costruendo un paesaggio sonoro in grado di suscitare emozione.
«Era una sera qualunque, avevo voglia di suonare senza schemi. Tra suoni, odori e sapori che mi riportavano a casa, ho incontrato questa canzone. La voce di Modugno mi ha condotto su un peschereccio siciliano, tra reti e attese, in una storia che sentivo mia».
Il cantautore sceglie il suo dialetto, come avesse bisogno di tornare con la mente alla sua Sicilia. Il dialetto siculo diventa così uno strumento espressivo potente, capace di veicolare intimità e appartenenza, come già in “Nicareddu”, brano intenso che chiude il suo ultimo disco.
La poeticità intrinseca nella lingua scelta, costellata di immagini potenti e viscerali, porta con sé una malinconia e una profondità che sempre caratterizzano il suo stile compositivo.
La storia è struggente soprattutto perché ha un fondo di verità. Pescare prima la femmina è un metodo molto comune per questa specie, il pesce spada, che instaura con la femmina un legame così forte da sacrificarsi per lei, finendo nella rete mortale.
Insomma, Nico Arezzo non si smentisce e con la sua musica ci tocca, come sempre, nel profondo. E quando canta di quel suo mare lontano, si percepisce un legame profondo, come in “Non c’è mare”, in cui le parole raccontano di una nostalgia viscerale.










