Se i Linkin Park sono tornati in Italia dopo otto lunghi anni, il loro ritorno non poteva che essere celebrato in grande stile. Un pre-show inedito, un live da sold out e l’annuncio che fa già sognare il prossimo anno. Ma andiamo con ordine.
La vigilia del concerto ha preso vita tra le strade di Porta Venezia, dove il locale Da Zero si è trasformato in un vero tempio dedicato ai Linkin Park. Un evento speciale, “Linkin Pizza”, immersivo, dove la cucina si è fatta rock: menù a tema con pizze e arancini battezzati con titoli iconici della band, bibite personalizzate e merchandising esclusivo andato a ruba. L’atmosfera era quella da fan club globale, con poster, schermi, decorazioni e, sorpresa, anche una veloce apparizione della band, passata a salutare i presenti. Un assaggio perfetto di ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo.
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Ieri sera all’Ippodromo Snai La Maura è stato il momento della verità. E i Linkin Park non hanno deluso. L’unica tappa italiana del From Zero World Tour ha segnato un punto fermo per chi c’era. Davanti a 78.000 spettatori, la band americana ha regalato due ore di pura emozione, tra passato, presente e futuro. Un set diviso in cinque atti, con interludi scenici e visivi, che ha spaziato da brani storici come “In The End”, “What I’ve Done” e “Numb” fino alle nuove tracce dell’album “From Zero“, il primo con Emily Armstrong alla voce.
Accanto a Mike Shinoda, colonna portante del gruppo tra rap, tastiere e chitarra, e agli storici Brad Delson, Dave Farrell e Joe Hahn, la nuova formazione si completa con il batterista Colin Brittain e proprio Emily, voce potente e presenza magnetica, chiamata all’impresa non facile di raccogliere l’eredità vocale di Chester Bennington.
Il concerto è stato costruito con cura. Si apre con “Castle of Glass”, leitmotiv sonoro che torna a segnare i passaggi chiave della serata. Si passa dalla rabbia malinconica di “Crawling” all’energia esplosiva di “One Step Closer”, dalla potenza elettronica di “Burn It Down” alla delicatezza di “Where’d You Go” eseguita da Mike in versione short solo. Il pubblico canta tutto, parola per parola, come se quelle canzoni fossero ancora la colonna sonora del presente. Tra i momenti più intensi, “Numb”, “Faint”, “In the End” e una chiusura col botto: “Papercut”, “A Place for My Head”, “Heavy Is the Crown” e “Bleed It Out”.
Chi ha vissuto questa notte milanese sa già che vorrà esserci di nuovo. E i Linkin Park hanno già fissato l’appuntamento: il 26 giugno 2026 alla Visarno Arena di Firenze. Un anno per aspettare, sognare, prepararsi.