“In auto alle 6:00”: Emis Killa ft. Lazza all’alba di un amore al capolinea

da | Mag 3, 2025 | Recensioni singoli

Due cuori in collisione, un’auto ferma all’alba e parole che tagliano come un coltello: Emis Killa e Lazza tra amore e “rovina”.

Certe canzoni nascono di notte, con le luci della città che sfumano sui finestrini appannati e il cuore che batte ancora troppo forte per dormire. In auto alle 6:00 è esattamente questo: una corsa tra ricordi che graffiano e silenzi che pesano più delle parole, dove Emis Killa e Lazza tornano a condividere il microfono come due anime complici che si riconoscono anche nel caos.

Amici da sempre, e già protagonisti di molte collaborazioni entrate nella memoria del rap italiano, i due si ritrovano in questo brano, prodotto da Takagi & Ketra, su un beat profondo e ipnotico che sa di albe malinconiche e notti finite troppo tardi. Nel testo compare anche la magica mano di Davide Petrella. Le loro voci si alternano come pagine di un diario che non si riesce a smettere di rileggere, raccontando l’amore quando diventa veleno, quando l’unica cosa che resta è il dolore che ci si infligge a vicenda.

In auto alle 6:00 arriva in un anno carico di svolte per entrambi: Emis Killa prepara l’evento EM16, un grande rito collettivo dedicato all’hip hop e alla sua carriera, mentre Lazza, dopo il tour europeo è pronto a scrivere una nuova pagina con la data a San Siro.

In auto alle 6:00 di Emis Killa e Lazza è il perfetto incontro tra l’amore tossico e la città. Una canzone che trasforma il dolore e la delusione in fotogrammi di un amore finito male, girato di notte. Fin dal primo verso, Emis Killa ci porta in un’ambientazione carica di tensione: 

Ti ho scritto parole d’amore, le parole più nere

Qui l’amore è già contaminato, la sincerità è un lusso che nessuno si può permettere. È una relazione che puzza di polvere da sparo, un “cinema crime che non danno alla tele”, fatto di colpi bassi e ripicche, di promesse infrante e armi puntate. Emis parla come un gangster del cuore, che ha smesso di inseguire ma resta comunque intrappolato nella spirale di un sentimento malato.

Ti amo come il crimine, ti odio come la police.

Lazza: l’esteta del dolore

Quando entra Lazza, la scena cambia ma il mood resta intatto. Il suo stile, più criptico e  trasforma il dolore in qualcosa di lussuoso e decadente. Il contrasto tra l’ostentazione e la rabbia convivono, la malinconia si veste da alta moda ma non perde un grammo della sua ferocia. Come Orfeo nel mito, anche lui si volta e scopre che lei non c’è più.

Lazza è il tipo che ha successo ma rimane dannato:

 Do ancora la caccia ai miei demoni come in Devil May Cry.

Anche con un AP al polso, resta incastrato in un loop emotivo da cui non riesce a uscire. La sua luna storta non si corregge con i soldi o il successo. È il classico bad boy consapevole, che si finge distaccato ma implora in silenzio.

Fermi in un replay, in auto alle sei

É un brano che arriva soprattutto a chiunque abbia mai vissuto una relazione in bilico tra passione e “veleno”. Due persone bloccate nel loop della stessa discussione, degli stessi addii, nello stesso posto, l’auto. La ferita è un ricordo che punge ogni volta che si cerca di dimenticare.

Non so perché ogni volta te ne vai

Io non voglio rincorrerti mai più

Ogni volta che vuoi tu

Emis Killa e Lazza costruiscono un addio mormorato a fari spenti, mentre fuori l’alba comincia a cancellare tutto. Ma dentro, il replay è ancora acceso.

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