C’è chi fa trap, e poi c’è chi la trap la vive sulla pelle, trasformandola in linguaggio crudo, autentico e visionario. Gallagher torna a graffiare con Tari Tari, il suo nuovo singolo pubblicato il 18 aprile per Honiro Label, in cui affonda le mani nel fango della realtà e ne tira fuori un suono tagliente, contaminato, espressivo fino all’eccesso.
Una corsa adrenalinica tra le pieghe più dure della vita di strada, Tari Tari è il manifesto di una generazione borderline, sospesa tra perdizione e rivalsa, dove il confine tra giusto e sbagliato non esiste, e ciò che conta è la voce che urla più forte. In questo brano Gallagher abbraccia nuove soluzioni linguistiche e stilistiche, incastrando versi serrati su beat esplosivi, in cui la parola diventa rifugio e trincea.
“Tari Tari rappresenta per me un’evoluzione, non solo della mia musica, ma del modo in cui voglio comunicare ciò che vivo. È una trap fatta di visioni, di equilibrio precario, dove le parole si stendono sul beat come un lenzuolo per coprire il vuoto e allo stesso tempo esaltarlo.”
Tra drill, sperimentazione e realtà nuda
Gabriele Magi, in arte Gallagher, è uno dei nomi più influenti della nuova scuola trap italiana. Classe 1994, con alle spalle milioni di stream e collaborazioni di peso (da Sick Luke a Duki), ha saputo costruire un immaginario personale che mescola street credibility, liriche taglienti e ricerca sonora. Dagli esordi con “Magma Vulcano”, fino al recente album “Cella d’Oro”, la sua musica racconta senza filtri una realtà fatta di contraddizioni, tensione e sopravvivenza.
Dopo il brano “El Caserio”, Gallagher alza ulteriormente la posta in gioco con “Tari Tari”, un’esplosione di consapevolezza e rabbia lucida, in cui la trap diventa espressione estrema e necessaria. Un ritorno potente, viscerale, che conferma la sua attitudine a vivere, prima ancora che a fare musica.
In Tari Tari non c’è solo una canzone: c’è un’esperienza. Una discesa nel buio con gli occhi aperti, dove ogni barra è una scheggia e ogni suono è un grido.