FRESH TALENT: Nicol

da | Apr 17, 2025 | FRESH TALENT, Interviste

Nicol, grande rivelazione degli ultimi tempi, ci racconta di sé attraversando le esperienze che la vedono coinvolta ultimamente: da Adorazione a Sanremo giovani, dal suo ultimo EP all'apertura del tour di Jovanotti fino alla genesi della collaborazione con Fibra.

Ad un mese di distanza dall’uscita del suo primo EP, Giornate umide, Nicol ha deciso di condividere con noi un po’ della sua visione e di come sono nati alcuni brani, di raccontarci dell’apertura delle date di Jovanotti e di un nuovo brano in uscita a breve, ma che già tutti cantano.

Due chiacchiere con Nicol, per ripercorrere assieme la strada fatta e quella ancora da scrivere

Ciao Nicol. Vorrei, prima di concentrarci sulla tua musica e sulla tua carriera (iniziata ormai un po’ di anni fa) che tu ti presentassi. Chi è oggi, in questo momento, Nicol?

Io banalmente sono una ragazza normale, che ha trovato nella musica un modo per dire le cose che faceva fatica a dire, ed è anche un po’ dato dal fatto che sono una ragazza molto introversa e timida, la musica mi ha aiutato sempre ad uscire da questa cosa e tirare fuori quelle cose che che mi tenevo dentro. In questo momento sento di essere cresciuta molto grazie all’esperienza che ho potuto fare in questi anni attraverso la musica, sia personalmente, sia sul fatto di essere più conscia di quello che sto facendo, delle canzoni che sto scrivendo, ma mi sento comunque in continua evoluzione. Sento che ogni giorno di più, soprattutto facendo questo tour nei palazzetti, sto imparando un sacco di cose e scoprendo un sacco di cose.

Giornate umide, il tuo primo ep, è uscito da poco. Sei chiaramente già abituata a condividere la tua musica e quindi la tua zona d’ombra con il pubblico, con la gente, ma immagino che mettere in piazza più brani, più storie, più emozioni contemporaneamente per la primissima volta abbia un impatto diverso. Come ti fa sentire?

 Giornate umide è appunto il mio primo EP e sono molto felice del lavoro che è stato fatto. Sicuramente a me, ma anche a tutte le persone che hanno partecipato alla realizzazione, credo sia riuscito appunto di raccogliere un’intimità profonda. Ho deciso di pubblicare come primo EP un lavoro intimo, perché nasce appunto tutto da lì, per me la musica nasce dall’intimità che ho trovato e sono molto felice di questo risultato, soprattutto perché sono riuscita a mantenere questo grado di profondità, di intimità, anche con tutte le persone con cui ho collaborato, dai produttori ai musicisti, ma soprattutto anche nei featuring con LowLow che introduce, da un’idea del mio manager Tommaso che me l’aveva proposto e con cui ho stretto rapporto molto bello.

Con Mazzariello, che ho incontrato nei corridoi di Sanremo Giovani e con cui abbiamo scritto semplicemente una canzone in una giornata umida, con Fibra che comunque è stato un passo molto importante per me, che in realtà risale ad un sacco di anni fa. Con tutti sono riuscita appunto ad entrare in profondità e a mantenere l’intimità, nonostante stessi condividendo appunto una canzone, sono molto felice di questo e sono molto orgogliosa delle persone che sono all’interno del mio EP. Questo sicuramente perché le stimo a livello artistico in primis, ma anche perché a livello personale ho trovato delle persone che in comune con me hanno la passione per la musica e questa esigenza e dire qualcosa. 

Foto di Alessandra Trucillo

Com’è stato lavorare a Giornate umide? Raccontami del processo creativo che ti ha portato all’ep e qualche curiosità sui brani e com’è stato collaborare con gli artisti presenti nei featuring.

In realtà ci sono un sacco di aneddoti, appunto sui featuring, il primo che si trova è Giulio (LowLow) e che è nato da un’idea di Tommaso. Lui stava tornando e Tommaso l’aveva visto e ha detto “guarda che il ragazzo sta tornando, secondo me dovremmo includerlo perché ha molte cose in comune con te, con la tua storia, potrebbe introdurre molto bene” ed io ho seguito l’idea di Tommy e l’abbiamo contattato. Lui si è gasato un sacco e da lì poi è nata un’ amicizia e comunque sono davvero felice che lui abbia presentato l’EP con questa Intro, perché credo molto nelle sue parole, quando scrive e soprattutto nelle sue doti interpretative, perché quando LowLow parla è difficile proprio non ascoltarlo. Mazzariello, invece, l’ho incontrato nei corridoi di Sanremo giovani e ci siamo detti “andiamo in studio assieme”, visto che entrambi stimavamo la nostra musica e un giorno siamo andati in RCA, in Sony e appunto pioveva, era una giornata umida, ed ecco che abbiamo scritto questa canzone. La cosa figa è che avevamo questo studio enorme di Sony a disposizione e ci siamo dimenticati di registrare la canzone, perché ci siamo messi con le due chitarre a scriverla, tutto il tempo a suonare, e alla fine della giornata ci rendiamo conto che non l’abbiamo registrata, quindi l’abbiamo registrata col telefonino. Molto bello, anche perché lui è super ironico, fa un sacco di battute e mi sono divertita un sacco.

Fibra invece, appunto, risale ad un sacco di anni fa ed è stata una cosa in realtà molto naturale. Ho aspettato il momento giusto per condividerla, però. Non c’è chissà cosa dietro, in realtà il mio brano “Viscere” l’avevo mandato a Canova in una cartella di brani, e lui aveva deciso di produrlo. L’avevo scritto a casa, mentre portavo fuori il cane a fare pipì, su un type beat. E quando lui lo stava producendo è passato in studio Fibra, l’ha sentito e ha chiesto a Canova di mandarglielo e ha lasciato la strofa. Ecco, io mi sento molto fortunata perché sono circondata da persone che mi danno un esempio a livello musicale molto importante, cioè comunque vedere Fabri Fibra che per esigenza dice “devo scrivere in questa cosa, perché mi ha toccato” ricorda comunque il motivo per cui hai iniziato e mi fa capire che è possibile anche avere una carriera e ricordartelo ancora dopo tanti anni, il motivo per cui lo fai.

Foto di Alessandra Trucillo

In poco tempo sono successe tantissime cose, la serie Netflix “Adorazione”, il brano con Fibra, Sanremo Giovani. Ed ora, l’apertura del tour di Jovanotti. In un post Instagram tempo fa hai scritto che proprio durante un suo concerto visto da ragazzina ti è rimasta impressa una frase: “è questa la vita che sognavo da bambino”, che in un certo senso è stata profetica anche per te. Come sta procedendo questo tour e soprattutto, cosa stai prendendo e – soprattutto – apprendendo da questa esperienza?

Jova è stato il mio secondo concerto, il primo è stato Vasco, mi ricordo avevo 13 anni quando ho visto Jova e mi ricordo proprio che lui inizia con Megamix e canta “è questa è la vita che sognavo da bambino” ed io ho detto “Madonna, è questa è la vita io sogno ora, da bambina e chissà se un giorno potrò farlo anch’io”. Alla fine quando mi ha invitato la prima volta al Jova Beach l’ho conosciuto, è stato bellissimo anche perché lui ha una grande aura dietro di sé, almeno io percepisco una grande energia però allo stesso tempo tu quando lo vedi ci parli, non vedi “Oh mio Dio Jovanotti” perché lui è in grado di essere una persona davanti a te, questo è un altro grande esempio per me, la sua umanità, la sua capacità di connettersi alle persone, mettersi sullo stesso livello, sullo stesso piano, la trovo una cosa molto affascinante. Non a caso il suo il suo pubblico, che lui si è costruito in tanti anni, è altrettanto magico perché comunque mi ha accolto a braccia aperte ed è un pubblico che ascolta, abituato a delle parole di un certo spessore. Insomma, con Jovanotti quindi è un pubblico che ascolta molto, che accoglie, ed io sono proprio felicissima di presentare questo EP durante i pala Jova e sta andando molto bene, anzi, cantano anche assieme a me soprattutto un inedito che canto sulla fine che si chiama “correre” un brano che uscirà a breve a cui tengo molto e che sto portando appunto in questo pala Jova. Sto riscontrando questa bellissima cosa, il fatto che lo cantino già mi rende davvero felice.

Se ora avessi un foglio bianco, come quelli alla fine di un libro che si usano per appuntare dei pensieri, riflessioni, cosa scriveresti alla luce del tuo percorso umano e artistico fin ora? Può essere anche un messaggio per gli altri o un augurio per te stessa.

Se avessi un foglio bianco scriverei correre, correre, correre tutti i rischi, perché è quello un po’ che mi ha portato anche qui oggi come persona e come persona che canta e scrive, a fare quello che sto facendo. E’ importante non avere rimpianti e dare sempre tutto quello che si ha e correre anche quei rischi che magari ti fanno chiedere “ma ce la farò?” ma se non lo fai non lo puoi sapere. Quindi è meglio correrli, perché tanto se stai fermo sai già che accadrà, però se corri il rischio potrebbe accadere qualcosa di diverso e di migliore, quindi questo è quello che scriverei su un foglio bianco ora, perché mi auguro di continuare a correrli tutti questi rischi sperando di avere sempre un palco sotto i piedi, ecco questo è l’augurio che mi farei ed il consiglio che lascio per gli altri.

Foto di Alessandra Trucillo

La Playlist di Cromosomi