Lunedì 7 aprile il Fabrique di Milano si è acceso di luci, sorrisi e cori grazie all’energia incontenibile degli Eugenio In Via Di Gioia. Uno spettacolo che è andato ben oltre il semplice live: una celebrazione collettiva tra musica, parole e momenti indimenticabili.
Il concerto si è aperto con “Tutto”, un inizio travolgente, perfetto per scaldare subito il pubblico. A seguire “Notte gelida”, con le sue atmosfere sospese e malinconiche, ha subito spinto il pubblico a cantare, creando una connessione fortissima con la band. “Un’altra America”, tra sogno e disillusione, ha trasportato tutti in quella dimensione alternativa che solo Eugenio e soci sanno evocare.
Con “Luna” l’atmosfera si è fatta più dolce e rarefatta, un momento perfetto per rallentare e lasciarsi cullare. Poi “Cerchi”, con la sua costruzione ritmica incalzante, ha fatto muovere ogni centimetro del Fabrique. In “Obiezione”, il gruppo ha saputo coniugare ironia e riflessione, mentre “Stormi” ha toccato corde più intime, regalando una pausa di delicatezza.
Con “Buio” e “Stammi lontano”, l’energia è tornata a salire, grazie a una sezione ritmica serrata e una performance vocale intensa. “Prima di tutto ho inventato me stesso” è stata una dichiarazione, accolta da un boato: l’autoaffermazione cantata con orgoglio e consapevolezza. “Umano”, con la sua carica empatica, ha abbracciato idealmente ogni spettatore.
“Danza” ha fatto letteralmente ballare tutta la sala, con un crescendo irresistibile, mentre “Lentiggini” ha riportato un sorriso dolce sul volto di tutti. “Infinito” ha aggiunto un tocco di poesia, preludio perfetto a “L’ultima canzone”, che ha commosso più di qualcuno. In “Sette camicie” la band ha mostrato tutta la propria ironia sociale, e con “Chiodo fisso” ha mantenuto altissima la tensione emotiva.
“Tornano” ha fatto da spartiacque, un brano intenso che ha preparato il terreno per la parte finale del concerto, aperta da “Lettera al prossimo”, potente e partecipata. “Giovani illuminati”, uno dei loro inni generazionali, seguita da “Terra” e “Altrove”, che hanno regalato una chiusura epica e sognante. A sorpresa, fuori scaletta, è arrivata anche “Per ricominciare”, una carezza in musica per salutarsi col cuore colmo.
Tra un brano e l’altro, momenti di pura magia: Eugenio è sceso tra il pubblico, ha risolto un gigantesco cubo di Rubik mentre suonava la chitarra, e si è avvicinato a una signora con una maglietta gialla, regalando sorrisi autentici. E poi il duetto con ALFA su “Il filo rosso”.
Una serata che ha dimostrato quanto gli Eugenio In Via Di Gioia sappiano fare spettacolo con intelligenza, cuore e una buona dose di “follia” creativa. Un concerto che è stato molto più di un concerto: è stato un abbraccio collettivo, un momento di gioia.
Foto di Debora Savian