Sono passati esattamente 8 anni dalla pubblicazione di “L’amore e la violenza”, un disco che fu definito da Bianconi oscenamente pop e colorato. Un disco che, guardando indietro, ha segnato l’apertura di un nuovo periodo nella carriera dei Baustelle. Un periodo sempre più colorato, sempre più oscenamente pop.
Spogliami inaugura l’arrivo di un nuovo disco: come nel 2017 e 2018 con i due volumi di “L’amore e la violenza”, i Baustelle ci regalano due album a breve distanza temporale; abbastanza sorprendente per una band che ha costruito la propria lure (anche) sui silenzi.
Dall’arrivo di “Elvis”, invece, sembra che i Baustelle non ci abbiano più lasciati: in mezzo ai due album, quasi due anni di tour. Forse sono i primi a sapere quanto ci sia bisogno di loro, o forse si stanno godendo questo nuovo momento di carriera che li vede consacrati come icona transgenerazionale.
Spogliami non è un brano che si fa amare al primo ascolto. Questo aspetto non è una novità per i Baustelle, la è invece la motivazione per cui non si apprezza subito. In Spogliami il pop è portato a livelli estremi, quasi disturbanti per chi è affezionato ai toni agrodolci dei Baustelle.
La voce di Francesco Bianconi, solitamente tanto profonda e delicata da farsi sentire nel torace, qui sembra quasi forzata. Nei brani dei Baustelle, poi, siamo abituati a scorgere quasi sempre una nota di malinconia, di tragicità, di umana lacerazione. In Spogliami troviamo invece 3 minuti di suoni troppo ottimisti per essere reali: il segreto si rivela nelle ultime note, che funzionano un po’ da sveglia dal sogno e ci incoraggiano a riascoltare il testo con più attenzione.
Ed eccoli lì, i Baustelle del 2025: dal secondo ascolto in poi, tutto sembra più chiaro. L’involucro pop non ha intaccato minimamente la capacità e la voglia della band toscana di raccontare la realtà denudandola dei suoi cliché.
Non è più tempo di sparare al cielo
E mascherare il vuoto che si ha
Chi ha pensato che nell’ultimo verso i Baustelle parlassero della loro discografia, forse non ha ben compreso la canzone. O l’epoca in cui viviamo.
Ragazzo intelligente
Adesso ascoltami
La mia canzone nuova è forse l’ultima
E non è divertente.
Potrà mancare la magniloquenza impeccabile dei primi anni, potrà mancare la solennità spirituale di “Fantasma”; quel che non manca è la capacità dei Baustelle di comunicare in un modo perfettamente adeguato ai tempi presenti. Farlo senza perdere la propria natura è dote rara, i Baustelle lo stanno facendo in maniera spontanea. Si fingono come gli altri, si camuffano in un’industria musicale fatta di jingle pubblicitari per poi rivelarsi nella loro natura di mostri sacri.
“Viviamo tempi duri: “Spogliami” è una canzone che nasce dal desiderio di essere altrove e altro rispetto a ciò che si è.
Nelle parole e dentro gli arpeggi scintillanti si nascondono senso di disgusto e voglia di purificazione.
È un mantra: speriamo che possa servire almeno un poco anche a voi a eliminare le tossine di ogni natura e a sentirvi galattici.”
– Baustelle