Menomale che “anche eugenio piange”: il nuovo singolo di Nico Arezzo

da | Dic 18, 2024 | Interviste, Recensioni singoli

Con il suo nuovo singolo, Nico Arezzo racconta la tristezza dal punto di vista del suo vicino di casa. E menomale che "anche eugenio piange".

Distribuito da Artist First, anche eugenio piange è il nuovo singolo di Nico Arezzo, ragusano d’origine e bolognese d’adozione.

Dopo il suo album d’esordio “Non c’è mare”, rilasciato il 17 maggio 2024, Nico Arezzo è presente tra i vincitori del Festival Musicultura nell’estate dello stesso anno.

Il 13 dicembre viene rilasciato il nuovo singolo anche eugenio piange, il quale riflette su un sentimento universale che spesso si tende a lasciare inesplorato: la tristezza.

Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni… e delle nostre lacrime

quando tutto sembra andare male
io trattengo una lacrima
se la lascio poi diventa un fiume 
e oggi non ho portato il costume
tanto so che prima o poi passerà
ci faremo una risata sopra
ma mi chiedo, lui come fa?
lui come fa?

In relazione agli altri, molte volte sembra più facile imboccare una via che non preveda la condivisione della propria tristezza. Soltanto quando lasciamo che questo accada, con stupore e sollievo scopriamo di non essere soli perché, grazie al cielo, piangiamo proprio tutti.

Con anche eugenio piange, Nico Arezzo racconta quanto può sembrare semplice la vita di qualcuno che non abbiamo mai visto fragile, poiché ha sempre scelto di coprire i propri dolori con una risata, facendoli svanire all’interno di una nuvola di fumo. Questa sensazione viene associata ad di Eugenio, vicino di casa e amico del cantante.

Il giovane piange di nascosto dagli occhi del mondo. Nessuno si aspetterebbe che lo faccia ma, nel momento in cui abbassa le difese, condivide il suo dolore e, senza far troppo rumore, si lascia andare.

Negli angoli intimi di ognuno di noi: l’intervista a Nico Arezzo

Dopo aver ascoltato anche eugenio piange, ci siamo posti qualche domanda che abbiamo pensato fosse più opportuno fare direttamente a Nico Arezzo.

Come trapela dal testo del brano, Eugenio non è solo tuo amico ma anche il tuo vicino di casa. La scelta di parlare proprio di lui è dovuta a un motivo specifico?

«In realtà, i motivi per cui ho scelto di parlare di Eugenio sono diversi. Mi affascinava l’idea di parlare di un amico. È una cosa nuova per me, non l’ho mai fatto e mi incuriosiva capire come fosse nella musica questo nuovo posto che ancora non conoscevo. Mi divertiva sentire il suo nome in un mio pezzo, pensare di sentirlo nei miei live e vederlo pure in copertina su Spotify. D’altra parte, è uno dei miei migliori amici, una persona a cui sono strettamente legato che ha una capacità incredibile che tra noi è sempre stata motivo di scherzo: lui fuma sui problemi e sulle cose. Non abbiamo mai capito se lo fa per divertimento e gioco oppure se, volutamente, non vuole mai vederle troppo nitide e chiare. Lui ci fuma sopra e basta.

Io ho intuito che nascondesse le sue cose più grandi dietro un sorriso, ho sempre immaginato un suo angolino intimo dove lui si sfogasse, fino a quando un giorno mi c’ha fatto sbirciare dentro ed è stato veramente strano e tosto per me. Credo che ognuno sia padrone e consapevole del proprio angolo di sfogo, ma guardare quello degli altri è sempre più complesso, com’è stato per me con Eugenio. E un altro motivo è che probabilmente avevo bisogno di sfogarmi personalmente, un po’ “nascondendomi” dietro Eugenio, cosa che sicuramente ho potuto fare con questo pezzo.»

Il fatto che anche Eugenio pianga può risultare rincuorante. D’altro canto, però, può anche far temere (e realizzare) che sia in corso una crisi generale e generazionale delle emozioni perché, chiaramente, significa che piangiamo proprio tutti. Tu che non sembri affatto negazionista della crisi, cosa ne pensi?

«Per me è stato rincuorante, a me ha fatto piacere sapere che anche Eugenio piangesse perché mi sono sentito parte di un sentimento e di un’emozione che non esageravo io, che è del tutto normale. Quindi no, personalmente non sono un negazionista della crisi. Sotto questo punto di vista, negare la crisi è un po’ negare sé stessi. La tristezza fa parte di noi come qualsiasi altra emozione. Se io penso alla mia vita senza i momenti di crisi, probabilmente ne resta la metà se non addirittura un quarto.

È inevitabile l’idea che a un certo punto bisognerà abituarsi a vivere con questo sentimento. Bisogna capire come lo si può gestire perché è una forma di convivenza, è un coinquilino a tutti gli effetti. Forse s’inizia a non prendersi troppo male delle cose tristi proprio quando s’impara a gestirle, ma è un concetto ultra-razionale che non mi riguarda direttamente perché io non l’ho ancora capito a pieno. Ma è una ricerca che va fatta, come per la paura, per la felicità e per tutto il resto. Credo sia interessante capire come funzioni anche quest’emozione per capirsi un po’ di più.»

La fine del brano condensa un bellissimo minuto interamente strumentale. In una scala da 1 a 10, quanto è forte la componente Pino Daniele?

«Sono felicissimo di questa domanda. Sono molto contento di aver ridato un po’ alle sue sonorità perché per me significa veramente tanto. Riguardo il finale del brano, questo pezzo qui esiste da due anni in altre chiavi totalmente diverse: è nata con i Moregrè, con un loro intervento punk. Per quanto il pezzo fosse vecchio, la produzione presente non lo è. Dovevo capire come poter “sostituire” i ragazzi, cosa dover fare. La cosa che faccio in questi casi è andare a pescare da quello che sto vivendo in quel determinato momento, in che situazione mi ritrovo. Non sto passando un bel periodo, quindi nell’ultimo minuto è presente, in musica, quello che c’è adesso nella mia testa. Sono contento se il pezzo possa far scaturire qualcosa. Ho cercato di andar poco poco più a fondo in una cosa di cui tutti siamo coscienti.

Quella che racconto è la sfumatura di una tristezza che non ti fa venir voglia di esplodere e urlare. Sai che vorresti piangere e non riesci a farlo. Per quanto la tristezza faccia parte della vita delle persone, non è una cosa che riusciamo a conoscere facilmente. Dirò una cosa banalissima, ma sui social non vai a mostrare i tuoi pensieri più intimi e intensi perché vuoi tenerli per te. E così finiamo per non conoscere questo aspetto delle persone che secondo me è interessantissimo. Io conosco chiaramente la tristezza dei miei amici e ognuno di loro la vive in modi diversi, anche abbastanza creativi. Volevo dare una lente d’ingrandimento su questo aspetto qui. E se nel pezzo ci vediamo anche Pino Daniele… vuol dire che qualcosa di bello deve essere venuto fuori.»

In occasione dell’iniziativa “Il Mio Palco: il Tuo Palco”, promossa da Laura Pausini a sostegno dei giovani talenti, Nico Arezzo aprirà le date dei concerti della cantante il 28, 29 e 30 dicembre a Messina.

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