Lepre ci ha accolto nel suo “Eremo” nell’Auditorium di Roma

da | Dic 13, 2024 | #Cromosomiintour

In un emozionante live che ripercorre la vita personale e artistica di Lepre, l’artista ha festeggiato un anno dall’uscita del suo disco “Eremo” nella suggestiva location dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Un concerto intimo, autentico, quasi una chiacchierata tra amici ma arricchita da tanta arte. Così possiamo riassumere la data finale del tour che ha portato Lepre, all’anagrafe Lorenzo Lemme, e le sue canzoni per i club di tutta Italia. L’11 dicembre il tour si conclude a Roma, all’Auditorium Parco della Musica.

Lepre arriva sul palco con una storia da raccontare, una storia che è la sua ma allo stesso tempo di tutte le vite che ha incrociato nel suo percorso. Una di queste si chiama Francesco “Poppy’s” Cerroni, noto volto della musica e della cultura romana, recentemente scomparso. A lui è dedicato questo concerto.

La performance di Lepre si apre con “Candela”, brano toccante, dolce, che a tratti assomiglia a una spoken word. Ad accompagnarlo al basso c’è Giorgio Maria Condemi. Solo verso la fine del pezzo si rivela chiara la potenza della voce di Lepre, che non ci abbandona più.

Passa poi dietro la batteria per entrare nel vivo del live con “Mezzo Scemo” e “Regole”. Iniziano due pezzi dal sound più rock che ben si accordano con ciò che desiderano raccontare: l’adolescenza, la sregolatezza.

Eremo: un viaggio nella vita e nell’arte di Lepre

Qui Lepre inizia ad accompagnarci in un vero e proprio viaggio nelle fasi della sua vita. Queste sono rappresentate anche dal suo abbigliamento, dove ogni colore ha un significato. Il giallo della sua felpa indica la gioventù, l’arancione della t-shirt l’adolescenza senza freni, il rompere le regole per il bisogno di definirsi; il rosso è il momento a cui si approda alla prima età adulta, seguito dal nero della piena maturità.

Sul palco insieme a Lepre, oltre a Giorgio Maria Condello, ci sono Michele Mariola alla chitarra e Francesco Chimenti prima al piano e poi al violoncello. Proprio quest’ultimo strumento impreziosisce e addolcisce momenti chiave del concerto. “Splendi” è uno di questi: un brano difficile da interpretare che racconta il tema del suicidio unendo momenti e toni più duri a intermezzi delicati, resi incredibilmente commoventi proprio dal violoncello. 

Lepre si spoglia progressivamente, non solo delle 2 felpe e delle 3 t-shirt che indossa, ma anche delle sue stesse difese. Pezzo dopo pezzo entra sempre più in confidenza con il pubblico, racconta aneddoti, storie, si prende in giro da solo con spiccata e intelligente autoironia. L’atmosfera è calda, la distanza tra artista e ascoltatori impercepibile. Cantiamo il ritornello di “Secondo Me” tutti insieme, partecipa anche chi non la conosceva.

Arrivati a “Capannone” ormai abbiamo raggiunto un’ottima confidenza. Ed è qui che esce il vero Lorenzo, che si lascia prendere dal ritmo della musica che sta suonando, tanto da mettersi in piedi sullo sgabellino della batteria per poi saltare giù e suonare i piatti con più forza che può.

Su questa montagna russa di emozioni e di energie arriviamo alla fine del concerto sulle note di “Acufeni”, seguita poi da “Vieni a prendermi”, brano che in realtà apre il disco e introduce proprio il concetto di eremo. Concludiamo la serata con “Limite”, che Lepre definisce “una preghiera”.

Anche sul finale continuiamo a ridere e scherzare con Lepre. Perfino chi lo ascolta per la prima volta si è affezionato a lui e alla sua musica, perfetto indice di una buona maturità artistica. 

Eremo”: così viene definito un luogo appartato e solitario, di difficile accesso. Ma questa sera Lepre è tutt’altro che solitario, circondato da tutti quegli invisibili legami che è stato in grado di stringere in appena un paio d’ore di concerto tra sé, la sua musica e il suo pubblico.

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