Lunedì 2 dicembre 2024, l’Alcatraz di Milano si è trasformato in una galassia musicale per celebrare i dieci anni di “Costellazioni”, il terzo album de Le Luci della Centrale Elettrica. Vasco Brondi ha regalato un concerto unico, sold out, che ha unito passato, presente e futuro, regalando al pubblico un’esperienza essenziale e profondamente emotiva.
Uscito il 4 marzo del 2014, “Costellazioni” rappresenta un punto di svolta nella carriera di Brondi. Nato tra i balconi di Lambrate e un ritorno alle radici di Ferrara, l’album intreccia riflessioni intime e universali, raccontando il contrasto tra il microcosmo provinciale e l’immensità dello spazio.
“È un disco provinciale e spaziale”, l’ha sempre definito così Brondi, un lavoro in cui la poetica cruda e quotidiana dei suoi primi dischi si intreccia con sonorità più complesse e sfumature pop. Il disco segnava, infatti, un’evoluzione per Vasco, che riusciva ad ampliare l’intimità punk dei primi lavori (“Canzoni da spiaggia deturpata” e “Per ora noi la chiameremo felicità”) verso orizzonti musicali più aperti e ricercati. Brondi ha saputo catturare l’epica frammentata di una generazione sospesa tra sogni e realtà, sospesa tra periferie emiliane e caos metropolitano.
A dieci anni di distanza, “Costellazioni” continua a essere un manifesto generazionale che racconta il dramma, ma anche la bellezza, dell’essere periferici in un mondo sempre più frenetico e centripeto.
Brani come “Un Bar Sulla Via Lattea”, “Firmamento” e “Punk Sentimentale” hanno risuonato come un mosaico di solitudini umane, tratteggiando un viaggio epico e moderno fatto di connessioni fragili, racconti poetici e un’intensità unica.
La serata si è aperta con l’esibizione di Francamente, giovane promessa uscita da X Factor 2024 che, con il suo timbro profondo e particolare, ha scaldato il pubblico. Vasco Brondi è poi salito sul palco, accompagnato da una band straordinaria composta da Andrea Faccioli (chitarre), Angelo Trabace (tastiere), Daniela Savoldi (violoncello), Niccolò Fornabaio (batteria), Gabriele Lazzarotti (basso) e Federico Dragogna (chitarre e produzione). Poi, Clara Rigoletti e Rodrigo D’Erasmo (violino) hanno arricchito la performance con momenti di rara intensità.
Vasco ha eseguito le tracce di “Costellazioni”, alternandole a brani della sua carriera. Tra i momenti più toccanti, il violino di Rodrigo D’Erasmo su “Piromani” e la rilettura di “Un segno di vita”, dedicata alla Palestina.
In occasione dell’anniversario, due brani iconici dell’album hanno ricevuto nuove vite. “I destini generali”, reinterpretato da Cosmo e “Ti vendi bene”, riletto da Whitemary, hanno aggiunto nuovi colori all’universo di “Costellazioni”. Vasco Brondi ha spiegato come queste non siano semplici remix, ma “reinterpretazioni totali”, affidate ad artisti che stima profondamente. Tra un brano e l’altro, Brondi ha condiviso aneddoti che riportano alla genesi di “Costellazioni”.
Ha citato Montale e la sua visione di Milano come “un enorme conglomerato di eremiti”, ricordando le serate passate a comporre sul balcone di un appartamento a metà tra Loreto e Lambrate. Poi il trasferimento a Bologna, dove da fuori sede osservava Lucio Dalla al bar, senza mai trovare il coraggio di rivolgergli la parola.
Il concerto, lontano da ogni autocelebrazione, è stato un viaggio nell’essenziale: nessun effetto speciale, nessun ospite di grido. Solo musica, parole e quella profondità che ha sempre caratterizzato l’opera di Brondi. La serata si è conclusa con “Illumina tutto”, (una delle tracce più recenti del suo ultimo album “Un Segno di Vita”) lasciando il pubblico con un senso di nostalgia e speranza. Dieci anni dopo, “Costellazioni” si conferma come un album generazionale, capace di far dialogare passato e presente.










