Riuscire a descrivere il tempo e lo spazio in maniera soggettiva è sempre stata impresa ardua.
- Come si definisce il valore di un’ora o di un minuto distaccandosi dalla loro durata oggettiva?
- Come si riesce a parlare del passato o del futuro senza il filtro dei nostri ricordi e dei nostri sogni?
- Come si spiega a qualcun altro la sensazione di soffocamento data dalle mura del nostro monolocale?
Emma Nolde sceglie di farlo in tempi e spazi difficilissimi, liquidi e sfumati, che si nascondono e ci scappano via. NUOVOSPAZIOTEMPO racconta del quotidiano cogliendone gli aspetti universali, quelli che risiedono in noi silenti, fino a quando non arriva una calamita a farli riaffiorare dall’inconscio. NUOVOSPAZIOTEMPO è senza dubbio una di quelle calamite.
Già dai primi ascolti del nuovo lavoro di Emma Nolde ci sono due fantasmi che si piazzano vicino e non se ne vanno più: col passare dei brani, l’immagine di Battiato e Battisti si fa sempre più limpida e densa. C’è un dettaglio che lega Emma Nolde a questi due mostri sacri della musica: la capacità di trattare temi universali, che prescindono dal tempo, con un linguaggio unico e riconoscibile. NUOVOSPAZIOTEMPO si può ascoltare oggi, nel 2080, nel 1970, a Milano, nella campagna toscana o su Marte, ma la sua identità resta la stessa.
NUOVOSPAZIOTEMPO apre un nuovo capitolo
Guardando anche ai due dischi precedenti, si nota in modo evidente l’evoluzione di Emma Nolde verso una maggiore propensione all’essere capita. Se i primi due album erano ascolti tanto interessanti quanto impegnativi, NUOVOSPAZIOTEMPO non tradisce la profondità della cantautrice toscana, aprendosi però molto di più verso la comprensione del pubblico. In un certo senso, potrebbe funzionare anche da prontuario per scavare negli altri strati delle opere di Emma.
La ciliegina sulla torta è rappresentata dai featuring: in “Punto di vista” troviamo Niccolò Fabi, in “Punto di domanda” invece Nayt e Mecna. In un’era fatta di featuring forzatamente commerciali fino alla nausea, colpisce la naturalezza con cui i due pezzi si sviluppano. Non sono le prime collaborazioni. in assoluto di Emma Nolde, ma probabilmente non si fa torto a nessuno affermando che queste sono le due più riuscite. Un altro segnale chiaro del nuovo periodo artistico di Emma: uno sguardo più focalizzato verso l’esterno e il confronto, con una consapevolezza costruita sull’introspezione dei lavori passati.
Di “Pianopiano!” e “Tuttoscorre” abbiamo già parlato ampiamente: è difficile trovare un brano di NUOVOSPAZIOTEMPO che non meriti un ascolto approfondito e ripetuto. Se dovessimo però tirar fuori due brani che forse più di altri brilleranno nel panorama musicale italiano, questi potrebbero essere “Sconosciuti” e “Sirene”.
Del primo c’è poco altro da dire se non che ti trafigge, il secondo è disinfettante sulle ferite: un dolore sano, necessario.
Non serve leggere oltre, godetevi il viaggio.