“Sciusten Feste n.1965”: la grande festa di Vinicio Capossela

da | Nov 1, 2024 | Recensioni album

Il tredicesimo album di Vinicio Capossela è appena uscito. Composto da quindici tracce, tra inediti e rivisitazioni, il nuovo lavoro è un agglomerato di euforia, abbracci, lacrime, malinconia, trambusto.

Quindici tracce tra inediti, riscritture e rivisitazioni delineano i contorni di Sciusten Feste n.1965, il nuovo album di Vinicio Capossela, uscito venerdì 25 Ottobre per Warner Music Italy e prodotto per La Cupa.

Dopo alcuni piccoli (si fa per dire) spoiler, tra cui il singolo Voodoo mambo ed il docufilm ‘Natale fuori orario’, finalmente Sciusten Feste n.1965 è nostro.

Il lavoro a quattro mani di Vinicio Capossela e Alessandro ‘Asso’ Stefana ha origine tra il 2020 e il 2021 e vede al suo interno la partecipazione di alcuni ospiti quali Marc Ribot, Greg Cohen, Mikey Kenney e Vincenzo Vasi.

Sciusten Feste n.1965: le parole di Vinicio sul nuovo progetto

Sciusten Feste n.1965 è un agglomerato di canzoni che danno spazio all’anima della festa, ai trambusti, agli abbracci, alle lacrime, alle redenzioni, alle rivoluzioni, alle ribellioni, ai trabocchi e agli sgambetti della stagione in cui si sospende il tempo dell’utile. Il tempo del lutto, il tempo della morte e della rabbia, per recuperare sotto la tenda di Achille, mentre fuori infuria la battaglia, quel senso di comunità, di gioco e di festa, che è una delle più feconde espressioni dell’umano”.

Così Vinicio racconta il suo tredicesimo album, uscito esattamente due mesi prima del Santo Natale. E come il Natale che infonde gioia ed allegria, a noi tutti Capossela dona energia positiva: nell’album troviamo folklore, divinità, inni, riferimenti fiabeschi, percussioni, tamburi battenti. Tre brani inediti si accostano a dodici canzoni riscritte/rivisitate confermando la notevole caratura artistica, culturale e sociale dell’artista.

Sciusten Feste n.1965: euforia e malinconia si mescolano e a tratti si confondono, sovrapponendosi

Apre le danze Sopporta con me (Abide with me), inno evocativo in cui la poesia si fonde alla musica. Il titolo del brano è una traduzione carica di significato. Non a caso, infatti, la parola ‘Resta’ è stata sostituita con la parola ‘Sopporta’. L’artista invoca il Signore chiedendo sostegno, quando la luce svanisce e i demoni prendono il sopravvento. Una preghiera di commiserazione per superare le difficoltà che si incontrano lungo il cammino, consapevoli della caducità della vita e del malessere proprio dell’esistenza.

Il secondo brano è il primo dei tre inediti: Sciusten Feste n.1965 è sia il titolo che adorna il vinile dell’album che un limpido richiamo allo Schützenfest (l’artista è originario di Hannover) , festival molto in voga in paesi come Germania, Austria, Svizzera. Il brano è una grande festa come fossimo in un parco giochi bavarese: la filastrocca italiana si mescola al ritornello tedesco in cui il ritmo accelera e l’artista si lascia andare al suo animo più festaiolo. 

Guarda in cielo, guarda in su,

Guarda la ruota in alto e di più,

Guarda il fragore del grande bagliore,

Una festa così grande,

Non l’avevi proprio vista mai.

Tocca a Voodoo mambo, secondo inedito del disco. Il titolo rimanda alla tradizione vuduista in cui vivi e morti entrano in contatto tramite spiriti intermediari, i cosiddetti ‘Mambo’. Il ritmo del brano ci solletica e le gambe si muovono a tempo: un festival di morti dove scheletri danzano al ritmo di mambo (vudù) sgranchendosi le ossa.

Proseguiamo con Voglio essere come te, riferimento al cartone Disney “Il libro della giungla”. Il sarcasmo cartooniano e l’allegria si fondono per lanciare un messaggio chiaro ma celato tra le parole. L’ironia si trasforma pian piano in competizione: io Voglio essere come te e anzi … Come e più di te!

Bianco Natale, Campanelle, Santa Claus is coming to town: tre brani rivisitati per respirare a pieni polmoni la magia del Natale

Babbo Natale e i suoi regali, la neve e “Jingle Bells”: sono i grandi protagonisti natalizi che non potevano mancare nell’album. Quando arriva Natale è impossibile non aspettarsi almeno un regalo da una persona amata, non canticchiare almeno una volta quel famoso ritornello o aspettare ansiosi l’arrivo della neve, e la serenità interiore che solo lei sa trasmettere. Lo spirito natalizio permea l’album con queste tre ballad a suon di chitarre, tamburi e percussioni.

Charlie è un ossequio a Tom Waits ed alla sua “Christmas card from a hooker in Minneapolis”: la lettera di Natale di una prostituta, un brano toccante che sviscera la complessità dell’animo umano attraverso un racconto profondo ed autentico.

L’album chiude con Il guastafeste, che tutte le feste porta via

L’album è finito e la festa, purtroppo, con lui. Non resta che tornare a casa e addormentarsi nel ricordo di ciò che è stato. Il guastafeste non sopporta la socialità, la musica, la baldoria. Il guastafeste ha un unico scopo: rovinare la festa a noi altri. Tuttavia la sua esistenza è cruciale: riflettendo con attenzione, infatti, una festa ha senso solo quando finisce, è quindi necessario che qualcuno le ponga fine così da poterne iniziare un’altra, in un loop infinito.

L’album è pieno di sfumature che ci fanno oscillare tra alti e bassi emotivi. L’autore si discosta dalle convenzioni musicali odierne ricercando imprevedibilità ed anomalia.

Vi invitiamo ad ascoltare il nuovo album di Vinicio Capossela al link qui sotto.
E buone feste!

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