Il 22 ottobre, in occasione della seconda tappa milanese del N.L.D.A. Tour—anch’essa sold out come la serata precedente—Mahmood infiamma l’Unipol Forum di Milano con uno show incredibile, che celebra anche la sua straordinaria e indiscussa evoluzione artistica.
Non si tratta solo di una parata di hit, ma della fusione perfetta di musica, estetica e visione creativa.
Dietro a questo spettacolo monumentale si celano nomi di grande prestigio, dai visuals di Tommaso Ottomano alle coreografie di Carlos Diaz Gandia.
L’alta moda, onnipresente in ogni dettaglio, contribuisce a rendere l’evento ancora più affascinante, con outfit firmati Prada, Louboutin, Willy Chavarria, etc., oltre a accessori Swarovski, Cartier per i gioielli, e soprattutto un abito d’archivio Jean Paul Gaultier couture, parte dell’ultima collezione disegnata da Monsieur Gaultier. E per non farci mancare nulla, accessori esclusivi come l’asta microfono originale, customizzata da Lichene per Angostura, oltre allo stand per tastiera, disegnato da Type-Ten, creative director dello show.
Mahmood, puntualissimo, fa il suo ingresso poco dopo le 21:00, scendendo da una scalinata metallica a forma di piramide, dando inizio a uno spettacolo che ha riscritto le regole della performance italiana.
Non è solo musica, ma un’ode all’estetica, arricchita da scenografie suggestive e un light design curato da Douglas Green, che eleva l’esperienza a livelli internazionali, riuscendo a gestire magistralmente il passaggio tra momenti più intimi, illuminati da luci soffuse, e quelli più frenetici, con laser da rave.
Durante la serata, il pubblico rivive momenti indimenticabili grazie a un medley di brani che mettono in luce la versatilità di Mahmood, un tratto distintivo del suo talento. I successi che lo hanno consacrato, come “Brividi”, “Inuyasha” e “Rapide”, si alternano a pezzi più recenti come “Bakugo”, “Paradiso”, “Personale”. Altamente suggestivo il momento di “Cocktail d’amore”, quando Mahmood appare leggero con un durag rosso svolazzante e alle spalle i visuals che evocano un volo tra le nuvole, richiamando le “ali di Pegaso”.
Le sue radici, che affondano sia in Sardegna che in Egitto, emergono con forza nei momenti più intimi dello show. Durante l’esecuzione di “T’amo” e “Il Nilo nel Naviglio”, Mahmood abbandona ogni eccesso, regalando un’esibizione intensa al pianoforte, sospeso al centro del palco. In quei momenti, l’artista non è solo un performer, ma un narratore capace di guidare il pubblico in un viaggio attraverso la sua identità, il suo passato e la sua famiglia.
Ai momenti intrisi di nostalgia, si alternano altri set che esplodono di energia e fisicità, grazie a un corpo di ballo maschile: la superba presenza scenica di Mahmood e quella dei ballerini è travolgente, rendendo lo spettacolo una vera esperienza teatrale.
La seconda parte dello show esplode in un caleidoscopio di suoni e immagini, culminando nel duetto con Angèle su “Sempre”: l’artista belga, vestita di rosso fuoco, aggiunge un tocco di internazionalità alla serata. Ma è l’apparizione di Ornella Vanoni a rubare davvero la scena! Una leggenda vivente che, con “Sant’allegria”, dà vita a uno dei momenti più memorabili della serata. Non un semplice duetto tra due voci incredibili, ma una sorta di dialogo tra epoche, un ponte tra tradizione e modernità. E, poi, arriva Blanco portando con sé un’inevitabile esplosione di emozioni con “Brividi”. Non è semplicemente un revival di Sanremo 2022, ma un’esperienza travolgente, una catarsi collettiva che riempie ogni angolo dell’arena.
Il climax viene raggiunto durante la terza parte dello show con il palco trasformato in un paesaggio surreale, dove si susseguono brani scoppiettanti come “Ra Ta Ta” , “Soldi” e “Tuta Gold”, dando vita a una vera e propria celebrazione della versatilità audace e camaleontica di Mahmood.
Che dirvi? Ci troviamo di fronte a un artista che, concerto dopo concerto, continua a ridefinire il concetto di pop star italiana. Per chi lo segue fin dagli esordi, questo show è la conferma di una crescita continua e inarrestabile. E la sensazione è che ciò che abbiamo visto finora sia solo l’inizio di qualcosa di molto più grande.
Con una regia creativa curata nei minimi dettagli, dalle luci piramidali ai costumi firmati da nomi come Willy Chavarria e Jean Paul Gaultier, Mahmood dimostra di saper unire musica, moda e arte visiva in un racconto potente.
Un viaggio che non solo intrattiene, ma lascia il pubblico desideroso di seguirlo nelle prossime tappe del tour, che proseguirà a Firenze, Roma e Napoli, tutte rigorosamente sold out.










