Dopo aver fatto parlare di sé con brani come “BITCH” con Le-One e “MALESSERE 2” con Scaccia ed Elmatadormc7, Welo è pronto a cercare un posto nella scena con il suo nuovo singolo MY BOO feat. Guè. Prodotto da Island Records e Universal Music Italia, il pezzo è disponibile da venerdì 6 settembre su tutte le piattaforme.
MY BOO rappresenta una tappa fondamentale per Welo, segnando una svolta nella sua carriera e un passo in avanti per la sua carriera. Con questa collaborazione esclusiva, Welo mostra come talento e ambizione possano portare la sua musica dal Sud Italia ai riflettori nazionali, dimostrando che Lecce non è solo una città, ma una fonte inesauribile di ispirazione.
Welo descrive Lecce come il suo punto di partenza, una città che definisce come “casa” e da cui trae la sua forza creativa. Lecce è viscerale e autentica, un contrasto netto con l’energia frenetica e le opportunità di altre città, per ampliare i suoi orizzonti musicali.
Il singolo è un mix esplosivo di autenticità e stile, con sonorità che richiamano la west coast, beat trascinanti e un groove che ti spinge a muoverti. I temi centrali del brano esplorano le relazioni e le trasformazioni personali, mantenendo quell’ironia che è la firma di Guè. Il connubio tra le rime di Welo e l’attitudine sfrontata di Guè crea un pezzo semplice ma vero.
Metafore e frecciatine in MY BOO
Il brano si apre con Welo che si rivolge a una ragazza, esprimendo sorpresa per il fatto che lei lo chiami persino su Skype, quasi come se volesse tenerlo sotto controllo. Questa dinamica introduce immediatamente un tono di tensione, riflettendo un desiderio di autonomia e si posiziona fin da subito come una figura indipendente.
La strofa di Welo prosegue poi con una critica pungente al mondo della trap, evidenziando il duro “peso del gioco” e utilizzando l’immagine della “fattoria” per simboleggiare un fallimento, un ritorno alla banalità di una vita semplice e lontana dagli eccessi ostentati del rap urbano. È una dichiarazione di come il successo non sia garantito per tutti e di come molti, incapaci di reggere il ritmo, finiscano per arrendersi.
Successivamente, Welo esprime la sua evoluzione personale. Ci racconta il suo “glow up”, una crescita sia artistica che personale.
Spegni quelle luci al neon
Non sono Kanye West io sono un cane vero
Sei la prossima mia ex,
non lo dire a quello scemo
Ora tu sei la mia Queen
Domattina siamo zero
Guè tra solito lusso e provocazione 
Guè racconta con il suo stile provocatorio e lussuoso un mondo fatto di eccessi, desideri e status. La prima parte esprime il livello di spesa esagerata di Guè, al punto che scherza sul fatto che dovrebbe ricevere una quota del night club, enfatizzando la sua presenza costante.
Poi continua a parlare del suo stile di vita all’insegna del lusso, usando l’immagine del “manzo italiano” come metafora di sé stesso: forte e genuino, sempre alla ricerca del meglio, come un taglio pregiato dal ristoratore Carnicero a Milano. La sua indifferenza verso chi si atteggia o ostenta (“cumba”) lo distingue, preferendo invece l’autenticità, come dimostra la battuta del volare in Colombia per prendere direttamente la merce “a km zero”.
Guè si presenta sempre come un uomo sicuro e impenetrabile, immune alle emozioni superficiali e determinato nelle sue scelte. Le sue frasi sono un modo per dire che non prende le situazioni troppo sul serio, giocando con le contraddizioni, sempre con il suo tocco distintivo di sfrontatezza e classe.
Con MY BOO, Welo dimostra di essere molto più di una promessa della scena rap italiana: è una voce che sa parlare a chi vive la musica come una sfida e un modo di affermare se stessi.
				








