La prima data del nuovo tour dei Cara Calma è al Lattepiù di Brescia, quella città che per loro è casa e, come ogni casa, “a volte è un inferno”, proprio come dice il loro ultimo singolo.

Appena saliti sul palco, dopo le aperture di Solisumarte e Gab de la Vega, percepiamo un po’ di strana preoccupazione negli sguardi che si scambiano o quelli che ci lanciano, nonostante la carica delle prime tre canzoni che suonano: VMDV, Rodica e Giovani Ancora.

La prima data dopo un bel po’ di tempo, gli sguardi del pubblico di casa propria, poi le in ear usate per la prima volta. Così ci raccontano dopo:

Ci sembrava di essere in una bolla, vedi la gente urlare ma non la senti, ci dobbiamo abituare a questa cosa.

Quella tensione, canzone dopo canzone, si scioglie in un’ora e un quarto di canzoni che saltellano continuamente da un disco all’altro dei Cara Calma.

E se nei dischi le differenze musicali, tra uno e l’altro, si sentono molto, quando suonano dal vivo la differenza si assottiglia. Un po’ perché le canzoni si susseguono con pochissime pause, giusto quelle per salutarci e ringraziare tutti quelli nel backstage e tutti noi per credere nella musica che ogni giorno li, e ci, salva. Un po’ perché le chitarre e la batteria, spinte forte dagli amplificatori, sono la cifra live dei Cara Calma che assottiglia tutte le differenze.

Il pubblico li ha accolti con calore ma anche con la calma di chi li conosce bene. Il coro si alza su una canzone tra le più vecchie e più belle, suonata questa sera in una versione acustica e romantica da Riccardo Taffelli, voce dei Cara Calma. Quello stesso coro unanime del pubblico non risparmia nemmeno le ultime canzoni uscire recentemente: Brescia inferno e Male Cane, dove le chitarre si calmano e i ritornelli si imprimono subito nel cervello.

Il concerto, come d’abitudine, si chiude con Altalene, il più grande successo dei Cara Calma. Una ballata su cui il pubblico improvvisa un pogo, questo sì, inaspettato.