Il tour di Humanize fa tappa nella città dove l’umanità si mostra più intensamente, in quel perfetto incrocio tra metropoli e paese dove passato e futuro si prendono a cinghiate quotidianamente. Santeria è sempre una cornice splendida, dove Milano applaude al lavoro mastodontico di Appino.
Finalmente Humanize esplode sul palco
Humanize è stato concepito e partorito in 8 lunghi anni, curato nel dettaglio per essere un’opera unica che trascendesse la dimensione musicale. Questa cura trasuda in ogni minimo gesto di Appino, che forse tra tutti i presenti rimane quello più emozionato dal primo all’ultimo secondo.
Il desiderio di mettere davanti agli occhi di tutti il lavoro a cui è legato in maniera viscerale non si è certo esaurito nelle prime date di questo tour. L’urgenza espressiva di Humanize è viva, intensa, scorre dal palco al pubblico in una catarsi fatta di elettricità e poesia.
Nel cielo disastroso dеl nostro avvenire
Le stеlle brillano di giorno e non le puoi vedere
Avremo bisogno delle solite tre o quattro cose
Un posto per dormire, una giacca ed un dottore
La nudità di Appino fuori dagli Zen Circus
Non c’è solo Humanize a riempire anima e corpo dei presenti: i pezzi dei suoi primi due album Grande Raccordo Animale e Il testamento ci ricordano senza pietà cosa significa fare musica d’autore e perché nel 2024 ne abbiamo ancora un disperato bisogno.
Il flusso di coscienza di chi ha una sensibilità come quella di Appino e il talento (unito alla perseveranza) di renderla un ponte per i nostri drammi, si traduce in un potere lenitivo. Una lettera di un amico che ci dice che non siamo soli.
L’ironia dei testi di Appino mette anche una barriera tra chi si ferma alle parole e chi si fa avvolgere dal significato.
Anche nei testi e nei live degli Zen Circus non è poi così raro trovare parti che ti strappano l’anima e che ti pugnalano allo stomaco, sempre però contornate da un rock che ne alleggerisce l’emotività e da un contesto più goliardico.
Appino solista, invece, non teme in nessun modo di guardare l’abisso e di raccontarcelo.
Senza anelli alle dita, senza troppa fatica
Senza conto in banca, senza la benzina che è finita
Se mi vedi incupire, tu non ti preoccupare
Non è niente, è soltanto che io non voglio morire qui
io ho scelto esattamente tutto quel che sono
senza la scelta io la vita la abbandono
ho scelto tutto, tutto tranne il mio dolore
lo ammazzo io e non c’è niente da capire