Non credo esista una risposta giusta o sbagliata a questa domanda, proverò comunque a sviscerare il tema nei paragrafi successivi dando la mia modesta opinione a quello che è stato, è, e credo sarà la musica indie.
La (mia) risposta alla domanda che dà il titolo al pezzo è: sì.
Secondo me l’indie è una dicotomia concettuale sospesa tra il genere e il non genere, tra il tutto e il niente, tra il semplice e il complicato. Credo sia ancora sensato parlare di indie, allontanandoci tuttavia dalle motivazioni per cui è effettivamente nata la musica indie(pendente), giungendo piuttosto al genere musicale che ne è derivato, al modo di scrivere e comporre musica.
Arrangiamenti semplici e melodie orecchiabili in brani che spesso raccontano il quotidiano, le avventure di tutti i giorni, i grandi amori, le prime volte, i dubbi, le incertezze sul futuro. La musica indie ci coccola riuscendo costantemente a carpire le nostre sensazioni, il nostro mood, i sentimenti che a volte straripano e non riusciamo a contenere.
Quando sei allegro e spensierato puoi ascoltare musica indie. Se sei ansioso e disperato puoi ascoltare musica indie. Quando sei nostalgico e malinconico puoi ascoltare musica indie.
Se siete arrivati fin qui anzitutto grazie, perché mi state dando fiducia.
Ora, voi (giustamente) direte: ma quindi cos’è questa musica indie?
Andiamo con ordine ed iniziamo con una pillola di storia: la parola indie è la contrazione di independent.
Il termine significa letteralmente indipendente ed originariamente rappresentava la volontà di gruppi musicali angloamericani di fare musica, liberi dai vincoli delle grandi etichette discografiche (cui faremo riferimento, d’ora in poi, con il termine majors).
Queste band portavano avanti una produzione musicale più low-fi e radio friendly. Prima che venisse etichettato come un vero e proprio genere musicale, l’indie era un movimento, un approccio alla musica, e un’indipendenza degli artisti e musicisti dalle majors. In altre parole: non sottostare a canoni, contratti, licenze, obiettivi di vendita, ma suonare e cantare semplicemente per il gusto di farlo e, in alcuni casi, autoproducendo i propri lavori.
L’indie nasce negli anni Ottanta, sviscerato in diverse correnti, come indie rock e indie pop, quando diversi gruppi si avvicinano al genere per farsi apprezzare dal pubblico. Pixies, Stone Roses, Arctic Monkeys, solo alcuni dei nomi più altisonanti che tra gli anni Ottanta, Novanta e Duemila venivano associati a questa corrente musicale.
Da buoni italiani abbiamo stravolto il termine indie, alterandolo e variandolo con connotazioni diverse.
Chi per seguire il trend e chi per reale interesse, oggi molti ascoltano musica indie. L’indie è cool, direbbe qualcun*, sorseggiando un Aperol Spritz nella nuova cantina urbana inaugurata sui Navigli a Milano.
La rivoluzione indie è arrivata con veemenza anche in Italia, trascendendo le reali origini per indicare piuttosto la maggioranza degli artisti attuali, emergenti e non, che oggi riempiono palazzetti e stadi.
Artisti come Carl Brave, Ariete, Gazzelle, Fulminacci, che personalmente ascolto, sono definiti cantanti indie a prescindere dalla casa discografica da cui sono prodotti.
Il termine è stato quindi snaturato finendo con l’indicare un vero e proprio genere musicale, tralasciando il fatto che l’artista o il gruppo faccia effettivamente parte di un’etichetta indipendente o di una major.
In ogni caso, credo che non debbano esserci vincoli né tantomeno etichette (soprattutto al giorno d’oggi che le etichette non piacciono a nessuno).
L’indie, per come la intendo io, è musica creata da chi vuole trasmettere un qualcosa. Un qualcosa che può essere compreso da pochi o da molti, o addirittura non compreso affatto. C’è chi scrive per realizzare semplicemente la prossima hit estiva, c’è chi scrive perché ha una storia da raccontare e vuole trasmetterla, con tanto di pathos, a noi ascoltatori. Entrambe le cose possono essere agglomerate nel grande calderone della musica indie.
Un qualcosa che magari non sempre racconta del quotidiano, ma che di sicuro è fatto apposta per essere ascoltato nel quotidiano: durante un falò sulla spiaggia, in macchina con gli amici, da soli nella propria stanza, ed in una miriade di altre situazioni che non mi dilungherò a citare.
La musica indie è tutto questo: un vortice di suoni e parole che riesce sempre a soddisfare le nostre esigenze.