La nuova Villain di New York: fuori Radio Gotham

da | Gen 20, 2023 | In Evidenza, Recensioni album

Siamo a Milano, ma appena entrati in Sony diventa, per magia, New York, trasmissione: Radio Gotham. Il 18 gennaio per chi ha ascoltato in anteprima il nuovo, nonchè primo, disco di Rose Villain, il viaggio Italia-Stati Uniti è stato gratuito. Ed estremamente piacevole, aggiungerei. Ai più attenti il nome di Rose Villain non risultava atipico […]

Siamo a Milano, ma appena entrati in Sony diventa, per magia, New York, trasmissione: Radio Gotham. Il 18 gennaio per chi ha ascoltato in anteprima il nuovo, nonchè primo, disco di Rose Villain, il viaggio Italia-Stati Uniti è stato gratuito.

Ed estremamente piacevole, aggiungerei. Ai più attenti il nome di Rose Villain non risultava atipico o sconosciuto prima di Radio Gotham, figuriamoci prima del brano con Guè e Luchè, Chico. Spremendo bene la memoria, Rose, che una carriera l’aveva già negli States, si stava preparando il terreno per correre nel nostro bel paese. Don Medellin è il pezzo in cui figura come featuring, insieme a Salmo, pur cantando in inglese. Un pezzo fortissimo, quasi cult, che è giusto un biglietto da visita, una piccola anteprima.

Dal 2020 ad oggi Rose figura come attrice co-protagonista, e comprimaria, in alcuni pezzi di successo, come il sovranominato Chico, o nel pezzo Cell, nel disco di Rondodasosa, in cui figura anche Ghali.

Una strategia efficace, dare tanti piccoli spunti che hanno gradualmente incuriosito il pubblico, sempre più interessato nei confronti di una nuova artista che sembra ricevere gli attestati di stima da numerosi big della scena urban italiana. E proprio come pensa anche la cantante stessa, il momento risulta propizio per l’uscita del suo primo album, in Italia e in italiano.

Nessun featuring americano o straniero, troviamo dunque artisti top, come Guè in Elvis, o Tedua in Due facce. Ma soprattutto c’è tanta, e per fortuna, Rose Villain.

Radio Gotham è il disco che sancisce il suo ingresso in grande stile nel mercato discografico italiano.

Ci si trova spesso ad ascoltare dischi d’esordio e sentirli scialbi, privi di sapore e di spinte di alto livello. Non c’è da aspettarsi nulla del genere da questo disco, che invece è un’autentica mina, e si inserisce da subito nella corsa per i migliori dischi di quest’anno.

Nonostante le uscite di Madreperla e Il coraggio dei bambini, prodotti di due artisti non proprio emergenti come Guè e Geolier (tra l’altro entrambi presenti in Radio Gotham), il disco di Rose risulta come un prodotto fresco, innovativo e totalmente creativo, dal punto di vista delle produzioni, magistrali e canoniche di Sixpm, e la voce inconfondibile di un’artista che si prefigura come molto, molto più di una semplice nuova proposta.

La prima svolta riguarda proprio il lavoro di immersione nell’atmosfera creata da Rose, in cui gli artisti chiamati ad intervenire con strofe e ritornelli a due voci si sono compresi e travolti, consentendo al prodotto finale di tenere una sua completa coerenza.

Non ci sono strofe da copia e incolla, nè in disaccordo con la linea di contenuto che l’artista ha voluto tenere. Ne escono tutte strofe davvero spettacolari, dove spiccano in particolare Salmo e Tedua, che più di tutti hanno fatto loro l’attitudine del disco. Menzione d’onore anche per Guè, nonostante Elvis, il pezzo in cui è presente, sia uscito da un po’, riascoltarlo alla fine di Radio Gotham è stato ancor più piacevole.

Va sottolineato poi il lavoro ai limiti della perfezione di Sixpm, che sforna basi assolutamente perfette in funzione del concept e dell’artista, col supporto in alcune tracce di altri produttori di altissimo livello.

Oltre a Six, fa una gran figura l’accoppiata Miles-Zef, che conferisce quel mood dance in piena regola al pezzo Non Sono Felice Per Te. Da segnalare anche la prestazione da dieci di Drillionaire, oramai una certezza assoluta, in Moonlight, che difatti risulta il pezzo più vicino all’atmosfera trap del disco. L’obbiettivo dei produttori, e delle produzioni, così com’era quello degli artisti in featuring, era proprio calarsi e comprendere l’immaginario della protagonista dell’album. Missione compiuta.

Ma in assoluto, la parte migliore del disco è proprio Rose Villain. Il gran lavoro svolto da producer e featuring va ad incastonarsi alla perfezione all’interno dell’orologio svizzero che risulta essere Radio Gotham, un contorno di brillanti intorno ad un nucleo portante che risulta essere l’artista stessa.

E se così dovrebbe sempre essere, di fatto vedere un disco reggersi da sè sull’artista ed essere impreziosito soltanto dai featuring è un evento sempre più raro, che si vede solo in chi il mestiere del rap sa bene come farlo.

Rose Villain è la rivelazione, il fulcro e la sorpresa del suo stesso disco (non che ci sorprenda comunque il suo talento cristallino).

Intanto, come lei stessa ha detto, la prima scelta azzeccata è stata il non scrivere su un concept preciso, ma consentire ad esso di fuoriuscire dalle sue stesse tracce. Radio Gotham è, senza dubbio, Rose Villain. Un disco che viene visto come musicalmente molto maturo, concettualmente curato e vario.

Un prodotto di altissimo livello, non solo per l’aspetto musicale e tematico, ma anche in funzione della sua stessa coerenza. Insomma, non è un insieme di tracce buttate a caso, per chiamarlo disco, ma un percorso preciso e retto sulla natura profonda di un’artista, che nella città di New York vede l’esternazione del suo processo creativo.

La grande mela è una metafora espressiva, perchè oltre a viverci, Rose la vede come un vestito adeguatamente cucitole addosso. L’oscurità notturna, la sensualità dei locali by night, il sesso sfrenato e fine al piacere in se stesso (con espressione fondamentale nel pezzo Yakuza), è in pari volume presente come la luce del giorno, la grande opportunità di vivere un mondo diverso da quello italiano, un mondo gigantesco, che come Rose stessa ha detto parlando dell’ambiente musicale, può elevarti come inghiottirti.

Il processo ombra-luce è la trave portante, che vede fondamentalmente l’artista vestirsi del suo abito più comodo in base alle occasioni, senza mai dare l’impressione di forzatura o di difficoltà nell’esprimere se stessa e la sua musica.

Nell’aspetto formale il disco risulta, come detto prima, maturo musicalmente e adeguato nei testi. Se le produzioni e le attitudini sulle basi di Rose Villain risultano essere fresche, innovative, mostrando la versatilità canora della cantante (che si muove nel rap, nella trap, ma anche nel grunge e nel pop, passando da sound che si avvicinano al mainstream, a pezzi più intensi e particolari), anche i testi risultano concreti, identitari.

Rose Villain non vuole vantare una penna eccezionale a tutti i costi, bensì sa muoversi tra quelli più impegnati e quelli con vari mood, che si muovono da un’atmosfera chill a una più real trap. Basti pensare alla differenza enorme tra un pezzo come Monet, che (oltre al featuring stellare con Elisa) è importante come profondità concettuale, in quanto viene presentata la dedica ad una persona cara, venuta a mancare. Parola d’ordine: poliedricità.

Uno dei pregi di Rose Villain, visibili nel disco, si rivede proprio nel riuscire a ricreare una giusta atmosfera emotiva, in funzione dell’immaginario che vuole mostrare. Ascoltare il disco in ordine è essenziale per riuscire ad immergersi pienamente nel sentimento di Rose, che passa da un mood più sad (in stile Juice World, che insieme a XXXTentacion è una delle sue ispirazioni musicali), ad uno più nostalgico, finendo fino all’erotico o sensuale (Yakuza), e all’happy (che vediamo in Rari).

L’immaginario di Radio Gotham è vario e molteplice, così come è estremamente versatile l’artista, ed è così anche grazie all’impegno dei featuring nel comprendere e assimilare la mente ed il mondo fittizio in cui Rose decide di trascinare, con una modulazione vocale clamorosa, il suo pubblico.

Un disco d’esordio che suona interessante, mutevole e soprattutto lungimirante. Oltre il mercato discografico, oltre ciò che sembra fare numeri ed essere mainstream, sopra tutto questo si vuole porre Radio Gotham.

Un prodotto che concorrerà ai vertici tra i migliori del 2023. Al di fuori di tutte queste dinamiche, Rose Villain ha dato prova, ulteriore e totale, di un qualcosa che adesso è un fatto. Seppur donne e uomini corrano nella stessa classifica, nello stesso mercato, e Radio Gotham ne è la piena dimostrazione, se vogliamo dare una corona da queen dell’urban italiano, c’è solo un’artista che la merita.

Ed è Rose Villain.

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