Bastano le prime, le primissime note di Settebello – il singolo tra l’altro pubblicato in preview– per capire tutto quello che c’è dentro questo album di Galeffi. Tutta la magia, la tenerezza che lo caratterizzano.
Settebello è tenerezza, sì. Ma è una tenerezza virile, combattiva. Di quelle che ti coccolano ma nel contempo ti spronano. Del romanticismo tenero nessuno sa che farne ormai, della tenerezza virile invece c’è tanto ed estremo bisogno. Tanto è, che questo nuovissimo album di Galeffi non lo si ascolta ma lo si sbrana, come se ad ascoltarlo fossero degli affamati.
Affamati di cosa? Di questo modo tutto Galeffiano di cantare l’amore. Di cantarlo, raccontarlo, desiderarlo maledirlo ma senza nessuna retorica, senza veli. È un album nofilter – per usare una definizione tanto contemporanea – non si incarta in melodrammi per dare voce ai sentimenti.
Nel singolo America non utilizza giri di parole per esorcizzare il tanto gettonato, quanto falso, “per sempre”, riconosce che ogni storia troverà il suo capolinea, ma non per questo c’è da irrigidirsi o da perdere la dolcezza di ciò che si sta vivendo.
La nostra storia un giorno finirà
Ma non finisce mai l’amore
Sognare sempre non ci basterà
E ti regalo una canzone
La nostra storia un giorno finirà
E rimarrà soltanto il bene.
Ma a volte, anche quel barlume di bene sembra scomparire, o forse si nasconde ai nostri occhi, è così in Tre Metri Sotto Terra:
Dov’è che vanno gli amori, quelli che non ce la faccio
Quelli che prima “Ti amo” e poi “Ti ammazzo”?
L’hai capito che
Siamo finiti io e te
Tre metri sotto terra.
Galeffi é concreto ma non per questo disilluso. Le ampollosità le lascia agli anni ’80, le canzonette che giuravano per sempre ai loro amanti, agli anni ’60: Settebello è l’album del nostro tempo.
Se proprio ciò che stiamo vivendo non avrà nulla di romantico e tenero, ma sarà solo un ricettacolo di inganni, nessun timore… si può mandare al diavolo chi ci sta di fronte! Non è solo la conversazione whatsapp con la migliore amica/o nella quale si maledice il tizio/a, ma è Galeffi, nel suo singolo Cercasi Amore:
Fammi godere prima di sparire
Un filo di trucco non nasconde l’inganno
Prendere o lasciare
Vuoi solo giocare
Ma questo cuore no
Non è un albergo.
Quando va male? Quando arriva quel fatidico momento in cui i tuoi amici ti guardano e dicono: “ Eh, bé ci sei rimasto sotto.” Com’è che si fa in questi casi? In quali canzoni bisognerà rifugiarsi? Galeffi in Settebello mette in conto anche questo e ne parla attraverso Gas:
ho perso l’appetito
e ancora sto un po’ giù
però la cosa peggiore
non riesco più a far l’amore
come volevi tu.
E se c’è il bisogno di guardare fisso il soffitto, distesi sul letto della propria camera, pronti e desiderosi di sprofondare in chissà quali immagini, fantasticherie o pensieri c’è lì Quasi Quasi. Basterà fare Play, il resto accadrà da sé.
Quando invece il desiderio di autocommiserazione prende il sopravvento (a chi non è mai successo del resto), basterá rifugiarsi in Dove Non Batte Il Sole:
Sono secoli che
Come una falena esco dopo cena, e
Che inciampo nelle pozzanghere
Grandi come i miei occhi così gonfi di lacrime.
Sembrerà già tanto esaustivo questo nuovo album!? Invece no, c’è tanto altro… Galeffi, possiamo dirlo forte, ha voluto strafare, con la sua voce delicata e le sue melodie morbide con questo nuovo album.
Bacio Illimitato, Grattacielo e Monolocale i titoli degli altri singoli presenti in Settebello, altre meraviglie da scoprire da soli, con le cuffie nelle orecchie e il corpo assetato di testi veri, autentici, che vanno dritti al punto ma che non per questo dimenticano i dettagli e le bonness manières.
Due gocce d’acqua
Due granelli di sabbia
Non hanno mai visto tutto il mare che c’è.
A frenare quel delirio di onnipotenza, a ricordare che non è mai la fine, a spronare verso l’infinità che manca.